Prendere in giro il Qatar costa caro al comico egiziano

Un coro, un direttore d'orchestra, le note di una popolare canzone e la prima satira araba diretta al piccolo e danaroso Qatar. Da venerdì, il video dell'ultima puntata di Al Bernemeg, programma condotto dal comico più famoso d'Egitto, Bassem Youssef, è ovunque sul web. Il mandato d'arresto spiccato la settimana scorsa nei suoi confronti e le cinque ore di interrogatorio - per verificare l'accusa d'insulto al raìs Mohammed Morsi e all'islam - non hanno indebolito l'umorismo del comico, in libertà dopo aver pagato quasi 2.000 euro di cauzione.
In Egitto anche i bambini conoscono la canzone del nuovo sketch: Watani Habibi Watani El Akbar - Mia cara patria, la mia patria la più grande. È stata composta nel 1960 per celebrare la breve unione politica tra Siria ed Egitto. Sul palco di Al Barnemeg il coro ha però cambiato le parole: invece di glorificare le nazioni arabe ha preso in giro il ricco Qatar, desideroso di comprare il povero Egitto piegato dalla crisi economica. L'emirato del Golfo, che dal 2011 si ritaglia un ruolo di preminenza nella ricostruzione economica della regione, è forziere dei governi arabi post rivoluzionari, finanziatore dei Fratelli musulmani al potere in Egitto.
Non è la prima volta che Youssef rompe un tabù. In questo caso, in una prima assoluta, prende in giro un Paese arabo alleato. Il colpo satirico non è soltanto contro il Qatar ma, come al solito nel programma di Youssef, contro il potere dei Fratelli musulmani: «O Qatar che riempi le nostre tasche... questo è quello che i Fratelli (musulmani) ci hanno dato...

vendi l'Egitto all'ingrosso e al dettaglio», «Vendi le piramidi e costruiscine altre due», canta il coro diretto dal comico, in un riferimento alle voci uscite all'inizio dell'anno sull'ipotesi di «affittare» monumenti al Qatar.

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