Il sangue indiano di William e la politica ai tempi del Dna

Nei geni dell'erede al trono le prove dei legami con il colosso asiatico. Che il duca visiterà dopo la nascita del figlio. E non è l'unica coincidenza...

Il sangue indiano di William e la politica ai tempi del Dna

Guarda tu gli scherzi del destino. Sono bastati un antico amore contrastato, un campione di saliva e la cocciuta curiosità di un oscuro genetista inglese a trasformare il Principino William nell'unico futuro monarca di Gran Bretagna con qualche goccia di sangue indiano nelle vene. Il Duca di Cambridge si recherà in India dopo la nascita del suo primo figlio e di certo lo farà con gioia e orgoglio, ma finora il più popoloso Paese del Commonwealth non deve aver suscitato in lui pensieri troppo piacevoli. La foto della Principessa Diana, ritratta nel 1992 mentre siede solitaria e triste, con le spalle voltate al Taj Mahal, è stata il simbolo della crisi nel matrimonio tra i suoi genitori.
Ora la storia d'amore tra un'antenata della madre, ritenuta fino ad ora armena e rivelatasi invece mezza indiana, e un uomo d'affari scozzese che da lei ebbe due figli, porta alla luce un inatteso quanto sorprendente legame tra il secondo erede al trono d'Inghilterra e la più importante colonia dell'ex Impero. Causa di tanto scompiglio a corte è una donna, Eliza Kewark, portatrice di una rarissima specie di Dna trasmissibile solo in linea materna. Di lei finora si sapeva poco o nulla fino a che una squadra di esperti di genetica dell'Università di Edimburgo guidati dal professor Jim Wilson non ne hanno ricostruito la storia. La scarna corrispondenza d'amore intercorsa a cavallo della fine del 1700 e l'inizio del 1800 tra Eliza, che visse sempre in India e lo scozzese Thedore Forbes che morì su una nave nel 1820 mentre faceva ritorno in Gran Bretagna, fanno da romantico antefatto alla scientifica scoperta finale. Quando il signor Forbes incontrò Eliza, durante un viaggio d'affari come dipendente della Compagnia delle Indie, non era insolito che gli uomini inglesi intrecciassero delle relazioni con le donne locali pur mantenendo una famiglia in Inghilterra. Eliza ebbe due figli da Theodore, un maschio e una femmina che non lo videro mai. La bimba, Kitty, a sei anni fu mandata in Gran Bretagna dal padre ma la madre rimase fino alla morte in India insieme all'altro figlio Alexander. Nel testamento Theodore lasciò a quella che definì «la sua domestica»una rendita di 100 rupie di Bombay. Dalle pochissime parole con cui Theodore si rivolse a Eliza sembra che il loro fosse amore vero per entrambi, ma assolutamente impossibile. Kitty non rivelò mai la sua discendenza tanto che sua figlia, Mary Roach, zia da parte di madre di Diana, ritiene che volesse nasconderla al pubblico. Ma il passato ritorna sempre anche involontariamente. Così non sembra adesso un caso che il fratello di Diana, l'attuale conte Spencer abbia chiamato due delle sue figlie Eliza e Kitty. Come peraltro potrebbe non essere casuale la diffusione dell'intera storia quando manca poco meno di un mese alla nascita del primogenito dei Duchi di Cambridge. È probabile che qualcosa si conoscesse già prima, ma certo la rivelazione è destinata ad aumentare di botto l'indice di popolarità di William in un Paese così controverso e difficile come l'India, intriso dalla cultura, dall'odio e dall'amore per il Paese che gli promise il progresso in cambio della libertà.
Ma questa storia è anche il racconto della politica ai tempi del Dna. L'ennesima conferma di come ci si debba abituare ad una gestione della cosa pubblica in cui nulla viene risparmiato. Una volta c'erano le gole profonde a mettere nei guai i Presidenti, adesso tutti i protagonisti della scena internazionale subiscono un Grande Fratello Globale che non risparmia nessuno. E quello che sei stato, quello che sei, ciò che hai fatto, perfino come diventerai, passa anche attraverso l'implacabile vetrino della Scienza. Una certificazione d'autenticità a cui, da Clinton, cui fu richiesto un test del Dna per il sexgate, a Obama, di cui si è messa in dubbio l'americanità, nessuno sfugge. Qualche volta i risultati sono positivi come per William, in altri meno. Ma quasi sempre sono pilotati.

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