Anche i ricchi francesi, ha pensato bene Hollande, debbono piangere. Ieri il governo ha confermato un incremento generalizzato delle tasse, talmente imponente, da rivalutare le batoste di Monti. Che al confronto sono molto minori. Questo è un altro discorso e sull’impatto recessivo della manovra francese torneremo. Le sue conseguenze saranno micidiali per la Francia. Ma ciò che alla zuppa non sfugge è un dettaglio. Nella Finanziaria presentata ieri è prevista una tassa del 75 per cento su coloro che guadagnano più di unmilione di euro l’anno. In una tabella si specifica che in Francia ci sono 1500 milionari e che il gettito medio previsto dalla supertassa è di 140mila euro a cranio. Ohibò. Veniamo così a scoprire che nella ricca cugina d’Oltralpe dichiarano un reddito superiore al milione di euro più o meno la metà degli individui che risiedono in Italia. Eh sì. Avete capito bene. Secondo i dati riferiti all’anno di imposta 2010, nel Belpaese degli evasori c’erano 2700 milionari.
Avete presente le statistiche che vengono ripetutamente snocciolate sulla distribuzione della ricchezza italiana. E la foto che l’Agenzia delle entrate scatta ogni anno?
Per la quale su 41 milioni di contribuenti solo l’1 per cento dichiara più di centomila euro direddito l’anno? Insomma viene da credere che, visti i cugini francesi, da noi ci siano più ricconi o che i ricconi sfuggano meno al fisco di Roma di quanto avvenga a Parigi. Difficile infatti pensare che un Paese che ha un Pil superiore al nostro abbia un numero di milionari così più basso. E gli indici di diseguaglianza economica mettono l’Italia sullo stesso piano della Francia.
Il secondo aspetto è più generale. Per il tesoro francese la nuova tassa Robin Hood dovrebbe generare un’entrata aggiuntiva per le casse dello Stato vicina ai 200 milioni di euro. Calcolando che la Finanziaria di Parigi prevede incrementi di tasse per 20 miliardi di euro, è abbastanza facile capire come la polpa dell’operazione riguardi imprese e ceto medio. E che l’aliquota del 75 per cento sia solo uno specchietto. Chapeau. Si tratta dunque solo di un contentino per alimentare quella brutta bestia che si chiama invidia sociale. È una tassa che rende poco, ma che ha il pregio di nascondere il vero inasprimento fiscale che riguarda la molteplicità dei francesi.
A ciò si aggiunga che i redditi delle persone fisiche sono piuttosto mobili. I disincentivi di una tassa espropriativa come quella Hollande portano infatti a due conseguenze: chi può fugge, chi non può evita di combattere per guadagnare e produrre di più. Un disastro per l’economia.
D’altronde Parigi non è nuova a follie fiscali ed economiche del genere. Con terrore il mondo degli industriali francesi, che ieri ha ovviamente protestato, ricorda il primo mandato di Mitterrand. A Parigi arrivavano i nazionalizzatori, in America e Inghilterra sbocciavano Reagan e Thatcher.
Il venticello invidioso della tassa sui ricchi ( da noi applicata solo a barche e
auto), c’è da scommettere, arriverà presto anche dalle nostre parti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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