L'ultimo miracolo di Margaret Thatcher è Westminster che le regala lo scettro di icona nazionale, statista impareggiabile seppur controversa, con il capo dell'opposizione, il laburista Ed Miliband eletto col voto decisivo dei sindacati e figlio del teorico marxista Ralph, che la definisce figura «unica e possente», ammette di «ammirare il suo coraggio e i suoi risultati personali», pur «non approvando molte delle sue scelte politiche». Il clima ieri in Parlamento era composto e rispettoso, come conviene a un'ex premier defunta e come nello stile di un'Assemblea quasi mai pronta a farsi paladina di proteste inopportune o sguaiate. A interpretare la rabbia anti-Thatcher solo qualche parlamentare di secondo rango. Nel complesso, un'atmosfera parecchio ovattata rispetto all'aria che si respira fuori dal palazzo, dove il livello di allarme è altissimo per le probabili proteste violente di gruppi di estrema sinistra o anarchici e per possibili attentati dei dissidenti dell'IRA nel grande giorno dei funerali del 17 aprile. D'altra parte, i messaggi postati sul web, non lasciano ben sperare. Sul sito Indymedia un noto gruppo anarchico di Bristol annuncia che i brindisi e le feste per la morte «non sono abbastanza». «Ci sono migliaia di persone che vorranno essere ai funerali, per protestare contro l'ingiustizia della Thatcher, che farà sfilare la sua ricchezza e il suo status mentre così tanta gente è vissuta e morta in povertà a causa della sue politiche». Poi l'appello: «Ci vediamo tutti in strada». Facile capire perché, per l'occasione, sono stati mobilitati 700 membri delle forze dell'ordine mentre il governo ha annunciato che a trainare il feretro saranno membri delle unità di Marina e dell'Esercito che hanno avuto un ruolo chiave nella guerra delle Falkland del 1982. Non solo: l'esecutivo fa sapere che contribuirà alle spese per la sicurezza, attirandosi altri nemici. «Può permetterselo - dice il ministro degli Esteri William Hague - grazie allo sconto che la baronessa è riuscita a ottenere nei suoi quattro anni di battaglia in Europa e che ha portato nelle casse del nostro Paese 75 miliardi di sterline».
Il miracolo «Maggie» è compiuto, almeno in Parlamento, e il successore della «lady di ferro», il premier David Cameron - che col suo «conservatorismo compassionevole» ha sempre voluto discostarsi dall'immagine dura e pura di Lady T, salvo poi, in crisi di leadership, cambiare rotta e cavalcarne l'antieuropeismo e i tagli al welfare - sa che la morte dell'ex premier è un'occasione politica imperdibile per godersi l'aura positiva sprigionata dalla «lady di ferro» e tentare la rimonta nei sondaggi che relegano i Tory a numeri impietosi. È stato il premier a richiamare i parlamentari in anticipo dalla pausa pasquale - un fatto che avviene in circostanze speciali, l'ultima per gli scontri di Londra nell'estate 2011 - ed è lui che ha difeso la scelta di concederle funerali «solenni» definendoli un «tributo adeguato». Una mossa che alcuni avversari politici considerano un colpo basso. La scelta dei funerali solenni invece dei funerali di Stato ha infatti azzerato il dibattito parlamentare durante il quale Westminster sarebbe stata chiamata a decidere, con un confronto prevedibilmente infuocato. Così mentre Cameron omaggia una «leader straordinaria», che ha saputo «oltrepassare un soffitto di cristallo molto spesso» e che ha «definito e superato le sfide del suo tempo», l'ex viceministro laburista John Healey si fa portavoce della base, non partecipa alla sessione speciale di Westminster e accusa il premier di aver «sequestrato il Parlamento» per puro «tornaconto politico».
Sono le due facce del Regno Unito. Con la regina che stavolta fa la differenza.
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