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Milano-Cortina, il blitz delle toghe: "Decreto del governo incostituzionale". Chigi: "Fiduciosi"

La gip Patrizia Nobile ravvisa la incostituzionalità del decreto che ha stabilito che la fondazione è ente di diritto privato e chiede alla Consulta di dirimere la questione. Intanto le inchieste restano sospese

Milano-Cortina, il blitz delle toghe: "Decreto del governo incostituzionale". Chigi: "Fiduciosi"
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Spetterà alla Corte costituzionale decidere se è "incostituzionale" o meno il decreto del governo dell'estate 2024 che ha stabilito che la Fondazione Milano Cortina 2026 è un "ente di diritto privato" e non pubblico. La giudice preliminare Patrizia Nobile, fa sapere il Corriere della Sera, ha deciso infatti di inviare alla Consulta gli atti dell'inchiesta, e di sollevare nel contempo la questione di incostituzionalità.

Sono due le inchieste in corso: quella sui servizi digitali da 1,9 milioni alla società Vetrya, e quella "parallela" su un'altra gara sempre per i servizi digitali andata a Deloitte Consulting srl. I pubblici ministeri, che avevano già definito il decreto "di gravità inaudita" sono convinti di avere accertato sia i rapporti non trasparenti tra la Fondazione e le aziende, oltre a una serie di assunzioni di favore, e servizi offerti di scarsa qualità. Il tutto comporterebbe, è la tesi dell'accusa, un dissesto economico - un "buco" per i cittadini per dirla in parole semplici - quantificato in oltre 107 milioni di euro.

La decisione dopo le Olimpiadi

Il convincimento della Consulta influirà inevitabilmente sul destino delle inchieste in corso: se deciderà che la fondazione è un ente di diritto privato, verrebbero archiviate. Diversamente, cioè se la corte stabilirà che quel decreto governativo è incostituzionale, e che la fondazione (che riceve e spende soldi pubblici, va ricordato) è assibilabile a un ente pubblico, le indagini potrebbero andare avanti. E sarebbero volte ad accertare il "danno economico" della collettività dalla presunta malagestione. Nel frattempo, i procedimenti restano sospesi. La decisione della corte costituzionale, osserva sempre il Corriere, dovrebbe arrivare dopo le Olimpiadi previste per febbraio 2026.

La gip: "Norma dettata ad hoc"

Nel suo provvedimento la gip scrive che la norma "dettata ad hoc" (il decreto, ndr) ha creato anche "una irragionevole zona franca per i dipendenti di quell'ente". Per la giudice, la Fondazione, sulla base di una direttiva Ue sugli appalti pubblici, "ha natura di organismo di diritto pubblico", come sostiene la procura diretta da Marcello Viola. E le persone che agiscono per quell'ente sono pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio, con tutto ciò che ne consegue anche in relazione ai profili di indagine per turbativa e corruzione. Tra l'altro, la gip fa presente, sempre sul tema dell'ente pubblico, che la Fondazione, come messo in luce dai pm, ripiana le proprie "perdite" con finanze pubbliche.

Palazzo Chigi: "Sereni e fiduciosi nel percorso avviato"

Nel pomeriggio fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che "in riferimento alla decisione del Giudice per le indagini preliminari di Milano di rimettere alla Corte costituzionale la questione di legittimità costituzionale del decreto legge relativo alla Fondazione

Milano-Cortina 2026, il governo accoglie con serenità e piena fiducia il percorso avviato e attende l'esito della pronuncia della Corte costituzionale, organo di garanzia preposto alla tutela della Costituzione e delle leggi".

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