ESULTIAMO

Da Schumi a Del Piero e Bettini, che fantasia. Ma il tennista ha registrato il “vicht” copiato ai vichinghi: lo userà per una linea di vestiti

ESULTIAMO

L’asso australiano della racchetta Lleyton Hewitt ha deciso di commercializzare l’esultanza brevettando il suo gesto di vittoria. Quando gli riesce un colpo, e gli riesce spesso, il tennista esulta alla moda dei vichinghi con il vicht: dita della mano strette a becco d’anatra che girano rapidamente come la testa di uno struzzo verso i suoi occhi. Che Lleyton poi fissa intensamente rischiando sempre un minimo di strabismo.
Ma al posto di fare outing, Lleyton vuol farci un po’ di quattrini e ha già in mente un mucchio di idee, naturalmente dopo aver trasferito il gesto in un brand internazionale che caratterizzerà la sua nuova linea di abbigliamento. Il gesto, per chi pur sforzandosi non riesce a visualizzarlo, ricorda molto l’italico qua nessuno è fesso, e in effetti quel mattacchione di Lleyton ha usato molta furbizia per impossessarsi di un’idea non sua, e attivare un business dai ritorni incalcolabili. L’idea originale venne a Niclas Kroon, anche lui tennista abituato ad esultare con il vicht. Nel 1988 Kroon ebbe la bella idea di registrare il marchio affidandolo al padre che ne rinnovava la registrazione: «Ma quest’anno mio padre è morto - ha detto Kroon -, e io mi sono dimenticato di questa faccenda. Quel Lleyton ha in mente solo il business...».
Il contorno è macabro, ma è più o meno quanto è accaduto all’imprenditore cinese Zhao Xiaokai che dopo aver assistito alla testata di Zidane a Materazzi, decise di farne un simbolo evocativo con una silhouette che lo rappresentava. Zhao aveva pensato di raggirare una possibile violazione sui diritti di immagine costruendo una specie di ombra cinese. Raggiunse lo scopo ma quel brand faceva onestamente impressione tanto era brutto. Zhao intendeva farne un grande marchio per una linea di abbigliamento sportivo, presto si accorse che non suscitava entusiasmi e riciclò sulla cessione: con 100mila euro chiunque se lo poteva portare a casa. Un fallimento. Marchio registrato in Cina, ma in Italia ci ha pensato la Xqua, azienda di abbigliamento che ha progettato un brand molto più visibile: «Ma la nostra non è stata una furbata - sostiene l’amministratore della società di abbigliamento Alessandro Ferrari -. Noi abbiamo depositato un brand valido per tutta l’Unione Europea e monitoriamo costantemente la situazione a livello mondiale perché gli emuli sono tanti. Compresa la Francia dove il marchio farà il suo esordio quest’anno. In Italia funziona, alla linea abbigliamento verrà affiancata quella di calzature». Va tutto, anche le canotte da donna con tanto di ricamo con craniata, un business che per il 2008 dovrebbe toccare un fatturato di due milioni di euro con centinaia di richieste, perfino dai territori palestinesi occupati. Mica male. Chissà quale giro potrebbe scatenare il ciucciotto di Totti, la lingua di Del Piero, il saltello di Schumacher che sale sul podio, la fucilata di Bettini sul traguardo di Stoccarda. E poi non si tratta solo di abbigliamento, il business è totale, la testata di Zidane a Materazzi è diventata la schanson du coup de boule, e un video game facilmente scaricabile: a ogni invio Zidane crania tanti Materazzi che escono dalla destra dello schermo come tanti aeroplanini.

Zidane ce la mette tutta, ne abbatte a decine, centinaia, migliaia, ma dalla destra dello schermo continuano a uscire decine, centinaia, migliaia di Materazzi, una slot machine inarrestabile, un vero antistress a costo zero.

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