«Europa all’ultima spiaggia» Crolla la Borsa, spread a 440

In tempo di crisi, per rincuorare i mercati finanziari, non basta neppure il taglio di un quarto di punto (0,25%) del costo del denaro. In parte perchè la mossa era già scontata nei rialzi della settimana scorsa ma anche per lo scarso ottimismo che pesa sul vertice dei capi di governo europei, iniziato ieri e che termina oggi a Bruxelles. E così al presidente francese, Nicolas Sarkozy, è toccato ribadire che il progetto stesso dell'Europa è in pericolo se non si arriverà a un'intesa. «L'Europa, che potrebbe essere il progetto piu bello mai pensato dagli uomini, è in pericolo. Siamo a punto di svolta che può costarle la vita e questo congresso a Bruxelles può essere storico» - ha detto Sarkozy ieri mattina al vertice del Ppe di Marsiglia. Le cattive notizie però non finiscono qui. La stessa Bce infatti ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell'area della moneta unica tra -0,4% e +1%, contro quelle di settembre comprese fra +0,4% a +2,2%. Il risultato di questo miciale mix di cattive notizie è stato un immediato rialzo dello spread, ossia il differenziale di rendimento, tra Btp e Bund schizzato quasi a quota 440 punti base, in pratica le stesse vette raggiunte prima della manovra «lacrime e sangue» che pesa sul popolo italiano, politici esclusi, naturalmente. Così la Borsa di Milano ha alzato bandiera bianca perdendo a fine giornata il 4,29% con ribassi pesanti soprattutto per i titoli bancari. Giornata difficile anche a Parigi (-2,5%) e Francoforte (-2%).
A pesare anche le notizie arrivate nel pomeriggio dall’Eba che indicavano la necessità di ulteriori ricapitalizzazioni per il sistema bancario europeo.Del resto il presidente della Bce Mario Draghi, finchè restano inalterati i vigenti trattati europei, non può certo fare miracoli. Draghi infatti ha messo in chiaro che i trattati impediscono all’Eurotower di sostenere il debito dei paesi dell’Eurozona come invece fanno altre banche centrali, quella degli Stati Uniti e quella di Inghilterra, nei rispettivi paesi. «Non vogliamo aggirare gli articoli del trattato fondatore della Bce che impediscono interventi come i prestiti al Fondo Monetario Internazionale (fmi), affinchè quest’ultimo li rigiri ai paesi dell’Eurozona» ha sottolineato Draghi. Che però ha anche definito pari a zero le probabilità della fine dell’euro.
E dunque finchè la Germania non cederà alla modifica del trattato i mercati resteranno instabili e molto sensibili alle decisioni che verranno prese. Il mondo guarda dunque alle decisioni che saranno prese. Secondo il Financial Times «i leader dell’Europa sono chiamati a Bruxelles a un nuovo summit cruciale e sono alte le aspettative per un nuovo grande patto che restauri la salute delle finanze dell’eurozona». Il francese Le Monde scrive «l’Ue si riunisce sotto gli occhi dei mercati e sullo sfondo delle divergenze dei grandi Paesi: l’intransigenza della Germania sulle implicazioni della Bce condiziona la posizione britannica sulla revisione dei trattati». Per il Wall Street Journal che segue con un «live blog» online il summit, è il duo «Draghi-Merkel che con la accresciuta pressione dei mercati finanziari hanno il compito, l’uno con i fondi necessari l’altra con il potere politico, di salvare l’euro».

In realtà c’è un altro tema molto caro agli statunitensi per i quali tutti gli accordi per ridurre i debiti degli stati europei porterebbero a una fase di depressione. Per questo che il Washington Post scrive: «gli europei devono aver paura che un accordo sul debito apra la strada a una rovinosa austerità».

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