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Auto, basta stop ideologici

Il nostro obiettivo è chiaro. Bisogna coniugare sostenibilità ambientale, competitività industriale e tutela sociale

Auto, basta stop ideologici
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Il definitivo superamento del divieto di vendita delle auto con motori termici nel 2035 non è un passo indietro sulla transizione ecologica, ma un atto di responsabilità verso l’Europa reale. È la risposta a un errore di impostazione che rischiava di colpire al cuore l’industria automobilistica, l’occupazione e le famiglie, senza garantire benefici ambientali proporzionati. Oggi, grazie alla revisione proposta dalla Commissione europea a seguito delle forti pressioni esercitate dal gruppo Ppe, si apre finalmente una stagione di maggiore realismo.

Per anni abbiamo sostenuto, come Forza Italia all’interno del Partito Popolare Europeo, che fissare per legge una data di «fine» per il motore termico fosse una scelta ideologica, non fondata sull’evoluzione del mercato e della tecnologia. Il confronto con le imprese, con i lavoratori e con i territori ha confermato le nostre preoccupazioni: il sistema produttivo europeo non era pronto a sostenere un cambiamento così rigido e unidirezionale, soprattutto in assenza di infrastrutture adeguate e di costi sostenibili per i cittadini.

La transizione ecologica resta un obiettivo irrinunciabile. Decarbonizzare i trasporti è necessario per ridurre le emissioni e migliorare la qualità dell’aria. Ma decarbonizzare non significa imporre un’unica soluzione tecnologica. La neutralità tecnologica deve diventare il vero pilastro delle politiche europee: elettrico, biocarburanti, carburanti sintetici, idrogeno e tutte le innovazioni che il progresso renderà disponibili devono poter concorrere liberamente al raggiungimento degli obiettivi ambientali.

L’automotive vale circa il 12% del Pil europeo e dà lavoro a oltre 14 milioni di persone. È una filiera strategica che coinvolge grandi gruppi industriali, piccole e medie imprese, centri di ricerca e competenze altamente specializzate. Mettere a rischio questo patrimonio con scelte rigide avrebbe significato favorire la deindustrializzazione dell’Europa e la dipendenza tecnologica da altri Paesi, senza reali vantaggi per l’ambiente.

La proposta della Commissione va nella direzione giusta, ma non è sufficiente. Alcune nostre istanze sono state recepite più come messaggio politico che come contenuti normativi concreti. Per questo il lavoro del Parlamento europeo sarà decisivo. Dovremo intervenire su date, scadenze, criteri tecnici e strumenti di accompagnamento, per evitare che la neutralità tecnologica resti un principio astratto e non una realtà applicabile.

Il nostro obiettivo è chiaro. Bisogna coniugare sostenibilità ambientale, competitività industriale e tutela sociale. Non possono essere le istituzioni a decidere quali tecnologie vinceranno; devono essere le imprese, attraverso l’innovazione e gli investimenti, a indicare le soluzioni più efficaci. Alle istituzioni spetta fissare obiettivi chiari e creare un quadro regolatorio stabile, non dirigere dall’alto le scelte produttive.

La delegazione italiana di Forza Italia lavorerà in modo pragmatico per migliorare il testo, ascoltando il mondo produttivo e le famiglie. La transizione ecologica può e deve diventare un’opportunità di crescita, ma solo se sarà equa, graduale e tecnologicamente aperta.

Superare il divieto del 2035 sui motori termici significa scegliere un’Europa che guarda al futuro senza rinunciare al buon senso, al lavoro e alla libertà d’impresa.

*presidente Consulta Nazionale di Forza Italia, europarlamentare Ppe
**vicepresidente gruppo Ppe

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