
La Francia è il nuovo malato d’Europa. Non ha dubbi il Wall Street Journal. Una nuova, pesante bocciatura per Emmanuel Macron, mentre piovono – ancora – applausi per il governo italiano e quello greco. "C'è un paese nell'Unione Europea gravato da un enorme debito, da costi di indebitamento in aumento e da governi che crollano nel giro di pochi mesi, e non è più l'Italia" recita l'articolo firmato da Stacy Meichtry e Noemie Bisserbe che mette nel mirino Parigi.
Il Wsj spiega che la Francia “sta scivolando in una palude che un tempo affliggeva il suo vicino meridionale”, ponendo l’accento sull’imminente voto di fiducia al premier François Bayrou: “Se dovesse perdere perdere il voto di fiducia dell'8 settembre per i suoi sforzi di contenere il deficit di bilancio del Paese con tagli per 44 miliardi di euro, diventerà il quarto capo di governo a perdere il suo incarico in un anno e mezzo”. Una novità per la Francia, un tempo “pilastro dell’Europa” e ora costretta a nominare un nuovo primo ministro per formare l’ennesimo governo.
Il giornale americano è perentorio: "Quanto più la Francia diventa ingovernabile tanto più gli investitori spingono i suoi costi di indebitamento a livelli familiari alla periferia europea gravata dal debito. Il rendimento dei titoli di Stato francesi a 10 anni è salito sopra quello della Grecia e il suo tasso di indebitamento è attualmente alla pari con quello italiano". Come evidenziato in precedenza, Italia e Grecia hanno invece cambiato marcia: “Atene e Roma hanno ridotto i loro deficit di bilancio dopo aver adottato dolorose misure di austerità durante la crisi del debito della regione negli anni 2010. Oggi, Giorgia Meloni è sulla buona strada per diventare uno dei primi ministri più longevi nella storia italiana del dopoguerra, dopo quasi tre anni di mandato".
Per il Wsj il principale responsabile dello stato in cui versa Parigi è proprio Macron. Per i giornalista americani il capo dell’Eliseo “ha gettato le basi per l'attuale malessere quando ha introdotto ampi tagli fiscali dopo la sua prima elezione nel 2017, senza apportare riduzioni analoghe ai costi dell'assistenza sanitaria, dell'istruzione e di altri servizi pubblici francesi". Tranchant l’economista dell’Ofce Xavier Timbeau: “Le politiche di Macron hanno causato un profondo senso di ingiustizia e sono state viste come volte ad abbassare le tasse per i ricchi e le imprese”. I numeri non lasciano grandi margini di interpretazione: "Le misure per attenuare il colpo della pandemia di Covid-19 sono costate altri 41,8 miliardi di euro. Poi la Russia ha invaso l'Ucraina, facendo aumentare i prezzi dell'energia. Macron rispose con 26 miliardi di euro in sussidi energetici. A quel punto, la Francia era in una situazione di stallo. Il debito pubblico passò da 2.200 miliardi di euro, prima dell'elezione di Macron, a 3.300 miliardi di euro, e la crescita economica si bloccò.
Macron si rifiutò di aumentare le tasse e fece fatica a ridurre i sussidi. Riuscì ad aumentare l'età pensionabile a 64 anni entro il 2030, con un risparmio stimato di 17,7 miliardi di euro quell'anno, ma solo dopo una dura battaglia con i partiti di opposizione e proteste diffuse".