Europa

"Nessuna differenza tra navi". Assist della Ue alle Ong cariche di migranti

Mentre la Germania foraggia l'organizzazione di Sea Watch, la Commissione europea appoggia l'azione delle Ong nel Mediterraneo

"Nessuna differenza tra navi". Assist della Ue alle Ong cariche di migranti

Anche l'Europa appoggia le Ong. "V'è un obbligo giuridico chiaro e inequivoco: il salvataggio della vita umana deve esserci, quali che siano le circostanze che conducono le persone a trovarsi in una situazione di difficoltà", ha dichiarato a portavoce della Commissione Europea per gli Affari Interni, Anitta Hipper, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. Hopper, quindi, ha aggiunto: "Non facciamo differenze tra le navi delle Ong e le altre". Parole che arrivano nel giorno in cui il governo italiani ha fatto sapere di lavorare a una stretta contro le Ong per limitare la loro azione in contravvenzione dei regolamenti e delle leggi.

Dall'Europa è arrivato l'ennesimo assist alle Organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo dopo quelli, importanti arrivati dalla Germania. È delle scorse ore la notizia che il Bundestag, ossia il parlamento federale tedesco, verserà diversi milioni di euro nelle casse di United4Rescue tra il 2023 e il 2026 insieme alal Chiesa Evangelica. Soldi che andranno a finanziare le navi Sea Watch, di cui la numero 5 nelle prossime settimane partirà per la sua prima missione nel Mediterraneo centrale. E dove verranno portati i migranti recuperati? Finché le amministrazioni europee e nazionali continueranno a coccolare, finanziare e proteggere le Ong non si potrà mai risolvere l'emergenza immigrazione, che per altro continuerà a gravare solo sulle spalle di pochi.

L'Europa continua a premere affinché sia l'Italia a farsene carico nonostante la parziale ammissione da parte di Hipper del fallimento del meccanismo di ricollocamento: "Finora sono stati 117 ma l'impegno è di 8mila". Non sono comunque state spiegate le tempistiche di questi 8mila ricollocamenti, che attualmente sono solo teorici. Ma se anche fossero effettici, solo via mare quest'anno sono arrivati oltre 90mila migranti economici in Italia, ai quali si aggiungono quelli arrivati attraverso la rotta balcanica. Numeri davanti ai quali l'impegno alla ricollocazione appare comunque esiguo davanti allo sforzo dell'Italia, alla quale la stessa Hipper ricorda è "finora il primo beneficiario del meccanismo di solidarietà per la redistribuzione dei migranti". Teorico, però.

E dalla Germania, che sembra essere in prima linea nel mandare navi Ong in mare ma senza assumersi la responsabilità della loro gestione, è arrivato anche un altro sgambetto al tentativo di italiano di porre un freno all'emergenza per bocca del suo ambasciatore a Roma. "Loro salvano vite laddove l'aiuto da parte degli Stati manca", ha detto l'ambasciatore Viktor Elbling aggiungendo uno schiaffo all'Italia, spiegando che l'impegno delle Ong: "Merita la nostra riconoscenza e il nostro appoggio". Un appoggio che la Germania offre con i finanziamenti, obbligando i Paesi del sud Europa a farsi carico dei migranti.

Una strategia che finora ha sollevato la Germania dagli obblighi morali e materiali, che gravano su altri Paesi, che essendo in prima in linea sono impegnati nel tentativo di risolvere una questione esplosiva.

Commenti