Europa

L'Ue dà ragione all'Italia. "Introdurre test obbligatori per chi viene dalla Cina"

Nonostante le proteste di Pechino, l'Ue alza la sorveglianza e chiede l'obbligo di tampone negativo per chi arriva dalla Cina. Raccomandati test casuali e sequenziamento dei positivi

L'Ue dà ragione all'Italia. "Introdurre test obbligatori per chi viene dalla Cina"

Sulla Cina, l'Ue alza la muraglia e ci dà ragione. Chi vorrà viaggiare dal Paese orientale verso l'Unione avrà l'obbligo di un tampone negativo fatto prima della partenza e da ripetersi poi all'arrivo. Proprio come aveva auspicato il governo Meloni. Gli Stati dell'Eurozona sono "fortemente consigliati a introdurre" tale monitoraggio: lo ha deciso, dopo una riunione di oltre sei ore, il meccanismo integrato europeo di risposta alle crisi, attivato dall'Ue in risposta all'emergenza Covid dalla Cina.

Scatteranno poi altre misure di contenimento e monitoraggio, dall'analisi con sequenziamento delle acque reflue dei voli, per individuare l'insorgenza di nuove varianti, la raccomandazione di mascherina a bordo dei voli dalla Cina e altri test a campione sui viaggiatori. L'obiettivo è quello di arrivare tempestivamente a coinvolgere tutti i Paesi comunitari in un approccio coordinato, come aveva chiesto per primo e nei giorni scorsi il governo italiano.

Covid, le misure Ue sui viaggiatori dalla Cina

La decisione è arrivata nonostante le minacciose proteste sollevate da Pechino contro quella che, già alla vigilia, era stata definita una misura "non scientifica" e "inaccettabile". Le rimostranze cinesi non hanno però smosso le autorità europee, intenzionate a non ripetere le negligenze che nel 2020 portarono a un'ampia diffusione del virus.

I Paesi membri hanno concordato di raccomandare a tutti i passeggeri in viaggio da e per la Cina di portare mascherine Ffp2. E gli Stati sono incoraggiati a integrare queste misure con test casuali sui passeggeri provenienti dalla Cina, al loro arrivo, con il sequenziamento di tutti i test positivi per rafforzare la sorveglianza della situazione epidemiologica, con il test e il sequenziamento delle acque reflue provenienti da aeroporti con voli internazionali e aerei in arrivo dalla Cina. Si chiede inoltre di continuare a promuovere la condivisione dei vaccini e la loro assunzione, comprese le dosi di richiamo, in particolare tra i gruppi vulnerabili.

Ue, la sfida del coordinamento anti-Covid

L'Ipcr, in collaborazione con l'Ecdc e il Servizio di Azione Esterna europeo, "continuerà a monitorare la situazione epidemiologica e gli sviluppi della situazione in Cina, inclusa la questione della condivisione dei dati, con l'obiettivo di assicurare un coordinamento all'interno dell'Ue", si legge nella nota alla fine della riunione. I Paesi membri hanno concordato di tornare a incontrarsi per un aggiornamento entro la metà di gennaio.

Nel tentativo di offrire aiuto contro il picco di contagi in corso in Cina in scia alle riaperture, l'Ue si è anche offerta di donare al Paese vaccini adattati alle varianti (dal momento che quelli sinora somministrati si sono rivelati inefficaci).

Oms: "Cifre sotto-stimate dalla Cina"

"Prendiamo le misure che riteniamo giustificate in linea con l'evoluzione della situazione in Cina. Si basano sulle discussioni tra i nostri esperti e scienziati", aveva affermato la portavoce della Commissione Dana Spinant, in attesa che le proposte degli esperti del Comitato per la sicurezza sanitaria andassero al vaglio dell'odierno meccanismo integrato europeo di risposta alle crisi (Ipcr).

Le misure suggerite ai Paesi sono state stilate anche sulla base delle indicazioni dell'Oms. "Riteniamo che le cifre attualmente pubblicate dalla Cina sotto-rappresentino il reale impatto della malattia in termini di ricoveri ospedalieri, ricoveri in terapia intensiva e soprattutto in termini di decessi", ha aveva avvertito il responsabile dell'Oms per la gestione delle emergenze sanitarie Michael Ryan.

A sottolineare per primo l'obiettivo di aver un approccio europeo congiunto era stato il governo italiano. "Tutti i partner europei non deflettano dalla sorveglianza transfrontaliera", aveva chiesto il ministro della Salute, Bignami, e anche il premier Meloni aveva sottolineato l'importanza dei controlli e delle prevenzioni per evitare le fallimentari politiche delle chiusure.

Il timore principale dell'Ue circa un'impennata di contagi in Cina è che possa essere di incubazione per l'insorgenza di nuove varianti.

Intanto anche il Giappone ha deciso ulteriori controlli alle frontiere per chi arriva dalla Cina e da sabato i viaggiatori in arrivo dal Paese dovranno presentare un tampone negativo prima di imbarcarsi verso il Paese e sottoporsi a un ulteriore test all'arrivo.

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