Qatargate

Qatargate, tregua fra i pm e il "pentito" Panzeri. Libere moglie e figlia, in cella Giorgi e Talamanca

E sulla Kaili piovono nuove accuse da un polacco: "Aveva rapporti coi russi"

Qatargate, tregua fra i pm e il "pentito" Panzeri. Libere moglie e figlia, in cella Giorgi e Talamanca

Una volta incassata la collaborazione dell'imputato numero 1, alla Procura federale del Belgio non interessa - almeno per ora - allargare il cerchio dei «pentimenti» nel caso del Qatargate. Così mentre vengono revocati i mandati di cattura contro la moglie e la figlia dell'ex eurodeputato Antonio Panzeri ieri viene invece deciso che restino in carcere altri due indagati: sono Francesco Giorgi, ex assistente parlamentare di Panzeri, e Niccolò Figà Talamanca (nella foto), segretario della ong No Peace without justice, presso la quale aveva sede anche la ong di Panzeri, Fight Impunity. La decisione della Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles arriva dopo una lunga udienza e una discussione non breve tra i giudici. L'udienza si è tenuta a porte chiuse alla presenza dei due imputati, portati in aula dal duro carcere di Saint Gilles dove si trovano dal 9 dicembre. Mentre Figà Talamanca continua a negare ogni addebito, Giorgi ha già reso ampie confessioni. Ma a lui non risulta sia stato sottoposto un accordo, e - come spiega il suo avvocato Pierre Monville - «l'accordo firmato con Panzeri non ha effetti sul suo assistente». Se ne può dedurre che nel patto di collaborazione con gli inquirenti belgi Panzeri abbia inserito la garanzia un salvacondotto per i suoi familiari ma non si sia eccessivamente preoccupato della sorte di Giorgi. In questo momento i due - che apparivano affiatati fino al giorno prima del blitz - sembrano giocare partite diverse. Non si può escludere che Panzeri, come anche il suo ex compagno di partito Andrea Cozzolino, stia cercando di scaricare sull'assistente la responsabilità di una parte delle iniziative sotto inchiesta. Il pentimento di Panzeri, dice l'avvocato Monville, «non mette Giorgi in una posizione peggiore». Ma qualche certezza su questo versante si potrà avere solo quando verranno resi noti i nuovi verbali di interrogatorio dell'ex eurodeputato, solo in parte depositati dalla Procura. Nel frattempo, Giorgi e Figà Talamanca restano in carcere per un altro mese. In teoria se fanno ricorso una nuova decisione potrebbe esserci entro quindici giorni, ma ormai è chiaro che i giudici del tribunale di Bruxelles sono allineati con i pm, e fino a quando i pm non lo riterranno opportuno i due arrestati sono destinati a restare in carcere. La stessa sorte sembra attendere Eva Kaili, socialista greca e compagna di Giorgi. Anche lei si proclama innocente, e anche lei scarica su Giorgi le responsabilità. Ma la Procura federale ha sempre rifiutato le sue richieste di scarcerazione, e oggi su di lei piombano le accuse provenienti dall'eurodeputato polacco di estrema destra Jacek Saryusz-Wolski. Secondo l'esponente di «Diritto e Giustizia», le compromissioni maggiori della Kaili sarebbero in realtà con ambienti dell'Europarlamento favorevoli al governo russo. «Eva Kaili - dice Saryusz-Wolski - sarebbe stata sotto sorveglianza dei servizi di intelligence di due Stati membri e dalla polizia belga non a causa dei suoi rapporti con il Qatar, ma con la Russia». L'affermazione del polacco suscita le immediate reazioni dei difensori della Kaili: quanto affermato, dice Mihalis Dimitrakopoulos, «è falso, calunnioso e attacca brutalmente la personalità della signora Eva Kaili». Ma è chiaro che l'uscita di Saryusz-Wolski la dice lunga sul terremoto che l'inchiesta sta scatenando dentro l'Europarlamento, dove la caccia ad altre lobby operative per conto di questo o quel paese è ormai aperta.

E dove le ultime dichiarazioni dell'avvocato di Giorgi sui parlamentari di numerosi paesi che Panzeri si preparerebbe ad inguaiare non hanno certo rasserenato il clima.

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