Un Europarlamento costoso e inutile

Caro Granzotto, la politica non la capisco: fra non molto dovremo votare per il rinnovo del Parlamento Europeo e a quanto pare Berlusconi sta dialogando con Veltroni per trovare un accordo sulla nuova legge elettorale. Ma ecco che sopravviene un problema: non c’è identità di vedute sulla soglia di sbarramento che Veltroni vorrebbe al 3 per cento e Berlusconi al 5. Quindi trattative, abboccamenti, negoziati e via dicendo. Non potrebbero mettersi d’accordo sul quattro e non se ne parli più?


Be’, sì, ma se proprio vuol saperla, caro Pinto, io sarei per una soglia di sbarramento al sessanta-settanta per cento. Così non se ne parla più, almeno per quanto ci riguarda, di un Parlamento inutile, ozioso e smodatamente costoso. Di un Parlamento composto di belle statuine che si riuniscono 12 volte all’anno, dicesi dodici, per poco più di un giorno e mezzo. Negli altri 347 giorni è ricreazione, è cuccagna. D’altro canto, perché dovrebbero convocarsi più spesso? Cos’hanno da fare? Il potere legislativo, essenza stessa della democrazia parlamentare, è detenuto dalla Commissione. Anche il così detto potere di bilancio è proforma: lo programma la Commissione e all’aula spetta l’accademica incombenza della ratifica. Non insisterò, caro Pinto, sugli spropositati compensi, annessi e connessi degli europarlamentari. Cose scandalosamente note. Le ricordo solo che l’Europarlamento ci costa - a noi contribuenti - 350 milioni di euro all’anno. Cioè poco meno di 700 miliardi di lire. Che sarebbero due miliardi al giorno. Otto milioni all’ora.
Oltre ai 758 deputati, l’Europarlamento consta di 3mila funzionari. Come abbiamo detto, gli uni e gli altri si incontrano 12 volte all’anno a Strasburgo. In una sede faraonica - aula, 21 saloni per conferenze da 350 posti, 13 sale conferenze 60 posti con cabine per gli interpreti e 13 senza cabine, più uffici per gli onorevoli, i portaborse, i funzionari, i traduttori (ogni singolo atto è trascritto in 785 copie tradotte nelle 22 lingue ufficiali), i giornalisti e i rappresentanti dei governi nazionali. Per un totale di 2mila 650 uffici arredati ed equipaggiati con ogni diavoleria elettronica. Un grandioso e costoso (78 milioni di euro per la manutenzione ordinaria) complesso che resta inutilizzato per grandissima parte dell’anno. A ciò si aggiunge la follia della navetta. Talune sedute - in gergo euroburocratese «tornate» - si svolgono non a Strasburgo ma a Bruxelles. Ciò significa che tutti gli incartamenti pubblici e privati devono essere stipati in 3mila e 400 armadi da 40 chili l’uno (in gergo «cantines», costo: 830mila euro) e traslocati con un convoglio di 20 Tir da una città all’altra. Per recuperare la pausa di agosto, a settembre i 20 Tir e l’armata dei 758 deputati e 3mila funzionari fanno avanti e indré quattro volte.

Per capirci: solo per i funzionari, lo scorso anno sono state (da noi contribuenti) retribuiti 71mila 369 giorni di trasferta. E tutto questo per una istituzione nullafacente, per mantenere uno dei più succulenti postifici del mondo. Soglia di sbarramento al sessanta-settanta per cento, caro Pinto. Subito.

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