Europee Un coro: «Nel Pdl c’è totale armonia»

GIRO «D’accordo con Rampelli, il successo a Roma e nel Lazio è dovuto all’amalgama tra le componenti An e Fi». Augello: «Nessuna divisione, solo gossip»

«Alla smentita del sindaco Alemanno di qualsiasi gossip giornalistico riguardo presunte incomprensioni durante la campagna elettorale, vorrei aggiungere che mai come in questa occasione c’è stata grande coesione tra le diverse anime di quel che in un recente passato chiamavamo Alleanza Nazionale». In una nota, il senatore del Pdl Andrea Augello fuga ogni dubbio sull’intesa totale (e vincente) del centrodestra alle Europee. «La possibilità di utilizzare diverse preferenze, salvaguardando sempre la scelta di premiare il capolista Berlusconi - aggiunge Augello - ci ha consentito di collaborare con serenità a una buona riuscita di tutte le candidature. Certo il risultato di Roberta Angelilli è stato travolgente, anche perché per l’ennesima volta è riuscita a registrare un grande successo nel voto di opinione». Sulla stessa linea il deputato del Pdl Fabio Rampelli: «Evidentemente a qualche osservatore è sfuggito che la campagna per le europee è stata gestita dal Pdl in un clima di totale armonia che ha coinvolto sia i candidati dell’area ex An sia quelli dell’area ex Fi. Considerazione tutt’altro che scontata visto che nel 2004 alcuni autorevoli esponenti di An trasformavano la ricerca del consenso in una battaglia epocale - aggiunge Rampelli - Abbiamo tutti lavorato per valorizzare adeguatamente la candidatura dell’europarlamentare uscente Roberta Angelilli e abbiamo costruito le migliori condizioni per sviluppare le candidature di Marco Scurria, Alfredo Pallone, Alfredo Antoniozzi e Potito Salatto, tutti eletti al Parlamento europeo con ottimi riscontri numerici. «Condivido le valutazioni del collega e amico Fabio Rampelli - aggiunge Francesco Giro, sottosegretario ai Beni culturali-. Il successo elettorale del Pdl a Roma e nel Lazio è dovuto in larga misura all’amalgama rapida e inattesa fra la componente di Fi e quella di An». «I candidati eletti hanno ricevuto tutti un consenso ampio e omogeneo nei numeri al di là delle loro originarie appartenenze politiche - aggiunge - Ora si tratta di non crogiolarsi nell’ottimo risultato del 38,6% a Roma e del 43% nel Lazio.

Occorre fare un passo in avanti e cercare di accrescere i voti agganciando gli interessi e le aspettative della vasta e articolata area di centro che a Roma e nel Lazio ha una sua lunga e consolidata tradizione culturale».

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