In questo Tour dove si parla tanto litaliano e di italiani, anche la maglia gialla ha a che vedere con il Belpaese. Cadel Evans è considerato a tutti gli effetti laustraliano dItalia, perché in Italia ha vissuto e nel nostro paese ha conosciuto Chiara Passerini, varesina, diplomata in pianoforte allaccademia musicale di Crosio Della Valle «...è bravissima: se non teniamo le finestre aperte i vicini si arrabbiano», dice lui con quel sorriso franco e sincero.
Lui in Italia ha trovato lamore ma si è innamorato anche del ciclismo. Prima di approdare al professionismo, però, è stato un ottimo biker: podi iridati e coppa del mondo nel mountain bike. Poi, nel 2001, il passaggio dal fuoristrada alla strada con litalianissima Saeco, al fianco di Cipollini e Savoldelli. Poi passa alla Mapei di patron Giorgio Squinzi «una squadra che io non avrei mai lasciato se non fosse che sono stati loro a decidere, purtroppo, di lasciare il ciclismo», dice lex ragazzo di Melbourne, che vestì per un giorno la maglia rosa (Giro del 2002) «lesperienza sportiva più bella della mia vita, prima di vestire laltro ieri la maglia gialla».
Due anni neri alla Telekom e infine lapprodo alla belga Lotto, con una crescita costante. «Qui ho trovato il mio ambiente, qui ho trovato Roberto Damiani (tecnico italiano, come il preparatore: Aldo Sassi, del Centro Mapei, ndr) e con lui sono davvero cresciuto, come uomo e come atleta...», racconta lui, che oggi vive nel Canton Ticino, a Stabio, con Chiara.
Cresciuto è cresciuto, soprattutto con il mito del Tour de France «la corsa che tutto il mondo vede, e anche in Australia è uno degli eventi sportivi più seguiti in assoluto».
Ottavo nel 2005, quarto nel 2006, 2° lanno scorso. Manca solo un ultimo sforzo... «Dite che sono il favorito? Sì, ci può stare. Diciamo che ho studiato per arrivare a questo obiettivo. Tutto, nei minimi particolari» Che il Tour gli stia a cuore lo si capisce entrando in www.cadel.com.au , il suo sito: si viene accolti dal videomessaggio di Cadel e dal racconto della moglie Chiara, ma tutto, a cominciare dalla home page in giallo con le 21 tappe della Grande Boucle che si chiuderà a Parigi il prossimo 27 luglio, rimanda al grande obiettivo stagionale.
«In poco più di 24 ore ho provato i sentimenti più estremi: quando sono caduto, domenica, ho temuto di dover dire addio al sogno di vincere il Tour e il giorno dopo mi sono ritrovato in maglia gialla, anche se solo per un secondo». E dire che Evans è a tutti gli effetti un sopravvissuto, perché a 8 anni un calcio in testa preso da un cavallo lo spedì in coma per sei giorni. «Le conseguenze di quel calcio? Diciamo che sono un po creativo spiega -.
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