Cronaca locale

Per evitare lo sfratto: «Mi faccio saltare col gas»

Enrico Lagattolla

Da dieci anni vive al primo piano di corso di Porta Ticinese 14. E per opporsi allo sfratto si è barricato in casa per quasi sette ore, ha aperto una bombola del gas, e minacciato di far saltare tutto l’edificio. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha evitato il peggio.
Sono le 9 del mattino di ieri, quando l’uomo, 58 anni da Catania, senza figli né parenti, si chiude nella propria abitazione. Contatta il proprio legale, l’avvocato Massimo Tucci, e gli spiega che lascerà l’appartamento solo quando gliene verrà dato un altro dove trasferirsi. Una mediazione lunga e inconcludente. Poi la situazione degenera.
Le 12.30 A.L. - queste le iniziali - apre la bombola del gas e minaccia di uccidersi. Sul posto arrivano immediatamente polizia, vigili del fuoco e un’ambulanza.
Ore di tensione. Un precedente drammatico: giugno 2002, nell’esplosione della palazzina di via Giovanni da Cermenate muore il vicequestore Paolo Scrofani. Era intervenuto per trattare con Massimo Santoro, muratore di 32 anni, anche lui asserragliato in casa, satura di gas, per resistere allo sfratto.
Fortunatamente, un finale diverso. Alle 15.40, grazie al contributo del pm Fabio Roia, che ha condotto le trattative assieme al dirigente e al vicedirigente di polizia Vincenzo D’Agnano e Osvaldo Rocchi, l’uomo è stato convinto a consegnare la bombola.
A.L., da quanto si è appreso, soffriva da tempo di depressione, e nel 2002 era stato costretto a vendere l’appartamento di Ticinese a causa dei debiti. La sua posizione verrà ora valutata, e potrebbe essere denunciato per reato di procurato allarme. «È una persona che ha dei grossi problemi psicologici ed economici, e verrà assistita», ha dichiarato Roia.
«Il problema degli alloggi a Milano esiste - ha commentato il magistrato -, ma non è questo il modo per ottenere una casa. Ora dobbiamo verificare se esistono le condizioni perché a questa persona venga assegnata un’abitazione». «Il timore - ha concluso - è che si creino pericolosi precedenti».

L’ufficiale giudiziario, intanto, ha deciso di concedere all’uomo una proroga di 45 giorni.

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