Cultura e Spettacoli

Ex campione

Roma. «Dopo 20 anni ho rivissuto l’adrenalina della gara. Un tempo così non me l’aspettavo ed è il preludio più bello al film che sto per cominciare», ha detto Raoul Bova che ieri s’è calato nei panni del nuotatore e ha vinto la medaglia di bronzo in 56, 38 nei 100 metri ai campionati italiani master di nuoto che si svolgono al Polo Natatorio di Ostia. «C’era grande tifo, un bentornato che mi ha riportato agli anni delle gare dei 100 dorso», racconta Bova che è stato campione italiano di categoria a 16 anni. Lunedì 5 luglio tornerà in acqua ma nel suo ruolo di attore per cominciare le riprese di Come un delfino, fiction tv in due puntate per Mediase con la regia di Stefano Reali. «Questo film è un sogno che si avvera perchè parla di come vedo lo sport e il nuoto. È una storia che unisce il mio passato di sportivo con il mio presente di attore e produttore impegnato anche nel sociale con la Fondazione Capitano Ultimo, che sta aprendo una casa famiglia a Roma. Il nuoto è la mia passione, mi ha formato nel carattere, mi ha tolto dai pericoli che possono esserci nell’adolescenza e questo non lo dimentico».
Il film si girerà a Roma con l’appoggio della Federnuoto, nelle piscine del Foro Italico e del Flaminio ma anche in esterni nel mare della Sicilia. Il protagonista - spiega Bova - prende spunto da quattro campioni di nuoto: Domenico Fioravanti, vincitore di due medaglie d’oro, costretto a ritirarsi per problemi cardiaci, Federica Pellegrini, che in passato ha avuto crisi di ansia prima di ogni gara, Max Rosolino e Filippo Magnini. «Sarà un omaggio al mondo del nuoto a agli atleti che sanno affrontare le proprie debolezze, la paura della prestazione, di non essere all’altezza, di essere abbandonati quando non vinci e non sei più nessuno», dice Bova.
La storia ha ulteriori spunti di verità: il protagonista, Alessandro, diventerà allenatore di un gruppo di ragazzi che abitano in un luogo confiscato alla mafia e trasformato in una casa famiglia come quella reale di Bova. «Nell’aiutare loro a trovare motivazioni forti per uscire da ambienti pericolosi, a riscattare un futuro, aiuta anche se stesso», spiega l’attore che ha preso l’idea di questa casa famiglia con annessa attività sportiva da don Luigi Merola, sacerdote che a Napoli ha creato una struttura simile in una proprietà confiscata alla camorra. «Speriamo che da questo si riesca, anche con l’appoggio della Federnuoto, a creare un progetto simile in altri luoghi italiani«.


Bova, che è anche prodittore della fiction, anticipa il resto del cast: Barbora Bobulova, Ricky Memphis, Maurizio Mattioli, mentre la sceneggiatura è stata scritta da Stefano Reali con Peter Exacoustus e Chiara Laudani.

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