Un ex clandestino tra 18 nuovi sacerdoti

Per don Marra, nuovo parroco di Bernareggio in Brianza, la giornata di ieri «non è stato un punto di arrivo, ma di partenza». Una frase che assume un significato particolare, se si scopre che il punto di partenza di Don Marra, 38 anni nel 1993 è stato la Costa d'Avorio. La lasciò per venire in Italia e raggiungere il fratello con un visto turistico. Alla scadenza è diventato clandestino, lo è rimasto per due anni lavorando in nero in attesa di una sanatoria. Poi, mentre faceva l'operaio in una ditta e frequentava una parrocchia di provincia, sono sbocciate la sua fede e la sua vocazione. Ha studiato teologia, ha lavorato in parrocchia per un anno e mezzo. Da Renate, la città natale del cardinale Tettamanzi, ha iniziato il suo percorso spirituale. Ieri si è sdraiato insieme agli altri 17 diaconi intorno all'altare del Duomo per ricevere il sacerdozio.

Un'immagine che ne ha ricordato un'altra: i fedeli islamici coricati in preghiera sul sagrato della cattedrale di Milano, nel gennaio scorso. Quella volta ci furono polemiche. Ieri Don Marra Bangalay, di famiglia islamica, primo immigrato ordinato prete nella storia della Diocesi di Milano, ha offerto un grande messaggio di speranza.

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