Expo, Sala alla guida della società dimissioni da city manager del Comune

Nel tardo pomeriggio la nomina a direttore generale della società Expo, in serata le dimissione da city manager del Comune. «Due lavori così non si possono certo fare insieme» le prime parole di Giuseppe Sala che si definisce un «civil servant», un manager a disposizione «di un progetto in cui credo molto».

Expo, Sala alla guida della società 
dimissioni da city manager del Comune

Nel tardo pomeriggio la nomina a direttore generale della società Expo, in serata le dimissione da city manager del Comune. «Due lavori così non si possono certo fare insieme» le prime parole di Giuseppe Sala che si definisce un «civil servant», un manager a disposizione «di un progetto in cui credo molto». Con la convinzione che «non ci sia un tema più importante della sicurezza alimentare e con l’Expo per la prima volta nella storia se ne parlerà per sei mesi». Nato a Milano nel 1958, laurea in Economia e commercio alla Bocconi, Giuseppe Sala era fino a ieri direttore generale del Comune e responsabile del governo delle strutture organizzative e dell’attività di indirizzo strategico e di controllo delle partecipate. Membro del consiglio di gestione di A2A, professore di Pianificazione e budgeting alla Bocconi, precedentemente è stato direttore generale di Telecom Italia (2003-2006), Chief financial officer di Tim (2002) e amministratore delegato della Pneumatici Pirelli (1998-2001). Ringraziamenti d’obbligo a chi, seppur (almeno per ora) non nello stesso ruolo l’ha preceduto.

«Lucio Stanca - assicura - ha fatto una prima fase del lavoro. Oggi serve una fase più operativa, cosa che spero di poter fare bene». Nessun dubbio, nonostante la prossima Finanziaria, di avere a disposizione tutto il potere necessario. «Le mie deleghe saranno piene - sottolinea - Se hanno chiamato un manager come me, ci sarà un’autonomia che penso sia piena. E la fiducia dovrà essere piena, ma non è un tema per cui sono preoccupato». Certo, gli inghippi dell’avvio tormentato di Expo non sono dimenticati. Ora, spiega, «bisognerà mettersi all’opera con rapidità, per convincere gli scettici servono sei mesi di lavoro intenso per impostare i prossimi cinque anni».

Timori che il Bie sia preoccupato per i continui cambiamenti al vertice della società che ha il compito di organizzare l’evento? «Credo di no. Non partiamo da zero, anche se c’è molto lavoro da fare.

Ripeto, questa è una fase in cui il lavoro è molto importante. Vogliamo essere rapidi per dimostrare che dentro l’Expo c’è del contenuto». Oggi l’esordio. Prima trasferta al Bie a Parigi col presidente di Expo Diana Bracco e il commissario Letizia Moratti.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica