I sorrisi della settimana scorsa sembravano
aver scongiurato il pericolo di una Formula
1 senza più anima. O meglio: con
un’anima uguale per tutti. Il motore unico.
Invece il pericolo resta, altrimenti la Ferrari
non sarebbe uscita con un comunicato di simile
portata. Più che una minaccia, quella
del Cavallino sembra però una seria e decisa
puntualizzazione fatta in qualità di team più
importante. A nome anche degli altri costruttori
impegnati nel mondiale.
L’ANNUNCIO Fatto sta, ieri pomeriggio, poco
prima delle 18, ecco arrivare il comunicato
vergato dopo l’ultimo consiglio d’amministrazione,
presente ovviamente il presidente
Luca di Montezemolo:«La Ferrari, pur confermando
il suo pieno impegno per una sostanziale
e necessaria riduzione dei costi a partire
dai propulsori, ha tuttavia espresso forte
preoccupazione circa i progetti di equalizzazione o standardizzazione dei motori che priverebbero la F1 della sua stessa
ragion d’essere
basata su competizione e sviluppo tecnologico.
È così che la Ferrari ha interpretato la
sua ininterrotta presenza fin dalla prima edizione
del campionato mondiale nel 1950.
Qualora questi elementi venissero meno, il
consiglio d’amministrazione si è riservato di
valutare, insieme con i propri partner, l’opportunità
di mantenere la presenza in questa
disciplina».
IL PRECEDENTE Parole forti, dunque, parole
mai pronunciate prima d’ora in via ufficiale.
Solo una volta si arrivò a frasi dure ma per
una vicenda diversa e comunque durante
un’intervista. Era il 2003, e durante i test estivi
di Monza prima della settimana del Gran
premio, scoppiò la polemica delle gomme.
Era infatti ormai evidente a tutti che le squadre
con gomme Michelin avevano una marcia
in più per via della filosofia costruttiva ai
limiti se non oltre il regolamento. Montezemolo
tuonò facendo capire che le regole del
gioco dovevano essere uguali per tutti e che
la Ferrari poteva anche fare a meno della F1.
L’ALLARME TOYOTA Il comunicato di ieri segue di pochi giorni
le preoccupazioni espresse
dal verticeToyota cheaveva fatto capire di
valutare ormaiunpossibile futuro fuori dalla
F1. «Ci piacerebbe affrontare la sfida della 24
Ore di Le Mans» aveva detto il direttore del
team giapponese, Tadashi Yamashina, «anche
perché in caso di motore unico, di sicuro
noi andremmo via dalla Formula 1».
LA GARA D’APPALTO Già, il motore unico. I
team dei grandi costruttori si sono spaventati quando,
lo scorso 17 ottobre, è stata annunciata
la gara d’appalto per trovare il fornitore
del propulsore. Ma fin da subito, l’uscita della
Fia è parsa più un modo per sensibilizzare
le squadre a trattare provvedimenti meno
drastici. Non a caso, appena rientrati dalla
doppia trasferta in Giappone e Cina, la Fia e
la Fota (l’associazione dei team di F1) nelle
persone dei loro presidenti, Mosley e Montezemolo,
si sono incontrate a Ginevra.
L’ACCORDO TROVATO Nell’occasione, Montezemolo
ha illustrato la proposta comune di
tutti i team trovando con Mosley un’intesa
che scongiurava il motore unico garantendo
però una drastica riduzionedei costi. Alla base del
piano, la decisione di far durare i motori
per tre Gp,la riduzione del numeroa 25 e la
cessione dei motori ai team più piccoli alla
metà del prezzo (10 milioni).
L’ACCORDO DA RIFARE Tutti felici e tutti contenti
e poi, all’improvviso, ecco che ieri, sul
sito ufficiale, la Fia annuncia che gli interessati
al bandodel motore unico per i campionati
2010, 2011 e 2012, dovranno presentare la
propria candidatura entro e no noltre il prossimo
7 novembre. Non solo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.