F1: McLaren punita, la Ferrari non vince

Spy story: gli inglesi perdono solo il titolo costruttori, azzerata la classifica delle "Frecce d'argento", multate anche di 100 milioni di dollari. Ma Hamilton e Alonso restano primo e secondo. Ron Dennis: "Conta restare in pista". Sentenza giusta? Vota

F1: McLaren punita, 
la Ferrari non vince

Parigi - Alla fine il grande circo della formula uno ha innescato una marcia indietro che fa un po’ sorridere e che scontenta tutti. La Ferrari, in primis, anche se il dissapore è nascosto dalle dichiarazioni diplomatiche del «siamo soddisfatti, finalmente è emersa la verità». E pure della McLaren che toccata nel salvadanaio (100 milioni di dollari di ammenda, pari a circa il 20% del suo budget), nei punti (cancellati tutti quelli del 2007, anche a venire) e nell’immagine (colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio), si è comunque salvata dalla mannaia agonistica.

Perché, dopo quasi dieci ore chiusi nel palazzone di Place de la Concorde, i 26 del consiglio mondiale e il presidente Max Mosley hanno finalmente partorito una decisione: «È stata fatta giustizia – dirà infatti il numero uno della Fia salendo in auto – adesso leggerete le motivazioni e vedrete che i piloti non sono stati puniti in quanto hanno collaborato». Vero. Qualche minuto dopo – e siamo quasi alle 20 – ecco lo scarno foglietto del governo dell’auto dove si sottolineano, oltre alle già citate pene, due aspetti non marginali: «I piloti, in via del tutto eccezionale, hanno goduto d’immunità in quanto avevano portato delle prove; il consiglio mondiale riceverà prossimamente un altro rapporto tecnico questa volta sulla McLaren in costruzione, quella del 2008 e prenderà una decisione al riguardo in dicembre...».

Che cosa vuole dire? Semplice, i tecnici Fia valuteranno se materiale del famigerato dossier Ferrari è stato utilizzato per progettare e realizzare la nuova vettura. Per cui prepariamoci ad altre puntate, tanto più che la McLaren, con ogni probabilità, farà ricorso in appello. «Ma rischia – fa notare Carlos Garcia, presidente del comitato automobilistico sportivo spagnolo e membro del consiglio mondiale – perché in quel caso potrebbero togliere l’immunità ai suoi piloti e il team, in caso di sconfitta in appello, perderebbe i punti dell’altro mondiale».

Gino Macaluso, presidente Csai, l’esponente italiano presente nel consiglio che in piena estate aveva difeso la Ferrari dopo il primo verdetto beffa, tracima insoddisfazione: «È un risultato medio quello che è stato ottenuto, diciamo che non sono soddisfatto... È stata fatta giustizia solo in parte, perché i piloti erano contigui alla squadra e se la sono cavata per un cavillo... Non a caso ho votato contro questa sentenza e con me anche degli altri... però non ricorrerò più in appello... penso che anche la McLaren non sia contenta... è una mia sensazione». Gli chiedono: ma come mai hanno graziato anche Hamilton, visto che pareva non avesse collaborato? «Però è venuto qui, avranno considerato anche questo».

Già, perché la mattina parigina, queste dieci ore stesi su un marciapiede mentre i miliardari del Circus se le cantavano nel palazzo dei principi, questa mattina era iniziata con due special guest: Ross Brawn, ex direttore tecnico della Ferrari, ex tutore di Nigel Stepney, ex uomo forte del team. L’omone non dirà una parola quando, verso le 18, uscirà dal palazzone, ma, assicurano in Ferrari, «era venuto solo come esperto per spiegare determinati aspetti». L’altro special guest era proprio Lewis Hamilton (con il collaudatore De La Rosa e Alonso si sarebbe scambiato email scottanti riguardo al materiale Ferrari, ndr). Lewis se ne andrà verso le 12,45, tre ore passate solo ad ascoltare e manifestare solidarietà al proprio team – diranno alcuni – forse a dire qualcosa per rabbonire la Fia – diranno altri –. Fatto sta che verrà graziato anche lui come i due collaboratori dichiarati De La Rosa e l’assente Fernando Alonso.

A questo punto la Ferrari ha già praticamente vinto il mondiale costruttori visto che i 166 punti McLaren sono diventati un ricordo, visto che la Rossa ne ha 143 e la Bmw insegue a 86. Ma la preda grossa era il titolo piloti. Niente da fare. La Rossa offesa e schiaffeggiata dalle spie puntava al bottino grosso e ora finge e si dice soddisfatta di quello piccolo.

Anche se, a pensarci, in fondo, è giusto così. Non sarebbe stato bello concludere il mondiale più combattuto degli ultimi trent’anni senza i due veri super eroi della pista: Lewis e Fernando. E Felipe e Kimi non se ne abbiano.

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