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Fabris: "È rottura, indietro non torniamo"

L’esponente del Campanile: "Ci hanno preso in giro più volte. Rutelli vuole sterilizzare l’Udeur, unico approdo per gli scontenti del Pd"

Fabris: "È rottura, indietro non torniamo"

Roma - Onorevole Mauro Fabris, questo governo è al capolinea.
«Lo capiremo già da oggi... ».

Anche l’Unione è morta.
«L’avevo già detto lunedì scorso. Politicamente non c’è più».

Invece l’Udeur sta una favola.
«Noi dobbiamo restituire l’onore a un partito ingiustamente colpito. E ci attendiamo un atto di responsabilità e rispetto».

Se la maggioranza non vota il discorso di Mastella, amen.
«Certo. Anche perché non mettiamo in votazione una critica preconcetta alla magistratura, ma il discorso onesto di Mastella che assieme alla tutela dell’indipendenza dei giudici ha criticato certi eccessi. Andrebbe letto bene».

Rutelli avverte che il provvedimento messo ai voti «non potrà contenere critiche ai giudici».
«Rutelli dice come voterà lui. Non capisco i suoi preconcetti, se non pensando a calcoli diversi...».

Vale a dire?
«Vogliono sterilizzare l’Udeur, distruggere l’unico approdo possibile per chi è a disagio nel Pd. Non ci venga a fare la morale... ».

Non è il solo, di questi tempi.
«No, la lezioncina credono di potercela fare in tanti. Per esempio, quel Bettini campione di una permanente occupazione del potere per conto dei Ds e ora del Pd... ».

Clientelismo bieco.
«Quando lo fanno loro non si chiama così. Si occupi piuttosto di cinema, magari senza promuovere a spese della comunità quelle manifestazione faraoniche... ».

Neppure Prodi vi è piaciuto.
«Ci è parso che consegnasse la riflessione del Guardasigilli a uno stato emotivo, a uno sfogo privato. Invece era un discorso meditato».

Colpa del partito dei giudici che alligna nel Pd?
«Anche. Ma io penso che ci sia qualcuno che non vuole la pacificazione tra magistratura e politica. Altrimenti perché accanirsi su Mastella, il Guardasigilli che si è proposto di rasserenare il clima?».

Mastella pacificatore e capro espiatorio: non è un po’ troppo?
«Non le pare troppo indicarlo come capo del sistema malavitoso del Paese? Neppure Caselli con Andreotti era arrivato a tanto! Lo attaccano perché è sempre stato garantista, con Berlusconi e con D’Alema... ».

Ci risiamo, il partito giustizialista con a capo Di Pietro.
«Buono, quello. Passato a parte, dovremmo occuparci del suo presente. Fa il moralista, ma intanto lottizza: solo che anche per lui questo termine non si usa. Ci vedremo nelle aule di tribunale: così chiarirà come il giudice che lo assolse ha potuto diventare consulente di una società autostradale, riuscendo a sbloccare una pratica ferma da anni e ricevendone una parcella milionaria».

Alt, ve la vedrete in tribunale. Intanto prima della vostra relazione, in Senato verrà votata la sfiducia a Pecoraro. Che farete?
«Vediamo come si comportano con noi. Difficile difendere Pecoraro: non si capisce perché il suo operato si posso approvare a scatola chiusa e quello del Guardasigilli vada censurato».

Se così sarà?
«Se continua l’atteggiamento schizzinoso, ne prenderemo atto».
Dice Veltroni che alle elezioni ognuno si arrangerà da sé.
«Non è proprio un inno all’unità. Gioca allo sfascio... Questo Pd egoista dà lezioni a tutti, ma non è mai stato votato... Noi almeno sappiamo quanto valiamo. Veltroni in tre mesi ha avuto risultati strabilianti: ha distrutto l’Unione, è arrivato nudo alla meta... ».

E ha teso la trappola a Prodi.
«Può darsi, e trovo singolare che l’uomo che più ha voluto il Pd paghi il conto più salato».

Sulla legge elettorale ha cercato di aiutarvi...
«Finché ha potuto».

Ora si va al referendum, anche Bossi ne è convinto.
«Il male minore. Di certo a un tavolo con Veltroni non ci sediamo più. Ci ha preso in giro più volte: grazie, abbiamo già dato».

Vedete elezioni anticipate o governo istituzionale?
«Non vedo più nulla».

E se invece andasse tutto bene in aula, siete pronti a tornare?
«Indietro non si torna.

La rottura è consumata».

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