«I rapporti tra Italia e Santa Sede sono saldi». Con queste parole il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ha commentato l’incontro che ha avuto con Benedetto XVI nella sacrestia allestita dietro l’altare, al termine della messa celebrata da Ratzinger nella valle Faul di Viterbo, la città dei Papi. Colloquio breve, durato cinque minuti, ma dal quale l’uomo chiave per i rapporti tra il governo e la Santa Sede è uscito sorridente e ai giornalisti ha detto: «Il mio sorriso dice tutto – ha risposto –, il clima è sereno nella città dei Papi». «I rapporti tra Italia e Santa Sede sono saldi – ha aggiunto Letta –, sono felice e sereno».
Gli è stato quindi chiesto se anche lui fosse preoccupato per le tensioni di questi giorni: «No – ha risposto – anche se bisogna sempre lavorare affinché questi rapporti siano ulteriormente rafforzati». Letta, che oltre ad essere consigliere del premier per i rapporti con la Chiesa è anche «gentiluomo di Sua Santità» e dunque legato alla famiglia pontificia, aveva già salutato il Papa al suo arrivo in elicottero, all’inizio della mattinata.
Nel corso del breve colloquio a tu per tu con Benedetto XVI in sacrestia, il sottosegretario, che ha espresso il suo dispiacere e la sua amarezza per il caso Boffo, è stato accolto dal Pontefice con molta cordialità, segno della volontà di guardare avanti e di superare le tensioni di questi giorni. Anche il sindaco di Viterbo, Giulio Marini, assicura: «Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta mi ha confermato, come già sapevo, che tra il governo italiano e la Chiesa non c’è alcun problema aperto. I rapporti sono eccellenti, come del resto lo sono sempre stati». «Letta – ha aggiunto il sindaco – ha manifestato in più occasioni il suo compiacimento e il suo ringraziamento per l’organizzazione della visita papale. Anche questo serve a rafforzare i rapporti tra Stato e Chiesa». In effetti, l’organizzazione della visita papale è stata impeccabile, così come ha colpito molti la bellezza della celebrazione liturgica, curata nei minimi particolari.
La stretta di mano tra il sottosegretario e il Papa, il primo incontro dopo il caso Boffo, che segue di poco più di una settimana quello tra lo stesso Letta e il cardinale Tarcisio Bertone all’Aquila, per la festa della Perdonanza, conferma il mantenimento dei buoni rapporti istituzionali tra l’Italia e la Santa Sede. La Conferenza episcopale italiana si prepara all’appuntamento che inizierà il 21 settembre, con l’apertura dei lavori del Consiglio permanente, il «parlamentino» dei vescovi, e guarda già all’assemblea generale che è prevista a novembre. Difficile immaginare che i fatti di questi giorni non abbiano contraccolpi nei rapporti interni all’episcopato, prima ancora che nelle pubbliche dichiarazioni e in quelle parti delle prolusioni del cardinale presidente dedicate alla vita sociale e politica del Paese.
C’è chi ritiene, e il cardinale Ruini è tra coloro che lo sperano, che il caso Boffo compatti ulteriormente la Cei attorno ai suoi vertici, mentre altri vescovi paventano un dibattito interno più che acceso, che potrebbe finire per indebolire la presidenza del cardinale Angelo Bagnasco.
In ogni caso, sia la Segreteria di Stato vaticana, sia il vertice della Conferenza episcopale, continuano a seguire il dibattito politico italiano, con particolare attenzione ai problemi legati alla crisi economica e alle sue ricadute sociali, ai problemi dell’immigrazione, della legalità e dell’integrazione, al problema del sostegno alla famiglia e alla natalità, al grande tema della libertà di educazione e del sostegno alle scuole non statali. E soprattutto alla legge sul fine vita in discussione in Parlamento. Sarà soprattutto su questi temi che si giocherà il rapporto tra il governo e la Chiesa nei prossimi mesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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