Faccia a faccia per tredici tra battute e ombrelli

C’erano tutti e tredici i candidati sindaci capitolini al superconfronto organizzato dall’Associazione stampa romana e svoltosi ieri mattina nella sala della Protomoteca in Campidoglio. Seduti in rigoroso ordine alfabetico inverso dalla S di Storace alla A di Alemanno. In mezzo favoriti (Rutelli), outsider (Ciocchetti, Baccini, Grillini, Baldi) ed emeriti sconosciuti (per loro nome e cognome: Umberto Calabrese, Susanna Capristo, Dario Di Francesco, David Gramiccioli, Serenetta Monti e Armando Morgia).
Un faccia a faccia a tutto campo, nel quale ha sorpreso il feeling tra Rutelli e Storace, che hanno approfittato dalla vicinanza voltua dall’alfabeto per scambiarsi battute per tutto il tempo. «Ci siamo messi d’accordo per il ballottaggio», diranno poi i due scherzando (ma chissà poi quanto) ai giornalisti.
Stringenti le regole dell’incontro, «arbitrato» da presidente e segretario dell’Asr Fabio Morabito e Paolo Butturini, e dal presidente del sindacato Cronisti romani, Romano Bartoloni. Cinque domande e un minuto a testa per rispondere a ciascuna di esse. Tempo che è stato utilizzato a volte anche in maniera bizzarra dai candidati: Calabrese, candidato de «La mia Italia» ha pensato bene di aprire alla faccia di ogni scaramanzia un ombrello di tutti i colori «a testimonianza della volontà di tanti cittadini, che non vogliono più candidati scelti dalle segreterie di partito: noi parliamo a nome del popolo delle primarie».


Le domande vertevano sul perché della candidatura (Rutelli: «Per l’onore di Roma»; Alemanno: «Per il degrado della capitale»; Storace: «Per vincere»; Ciocchetti: «Per modernizzare la città»; Grillini: «Per assicurare la laicità»); sul migliore sindaco degli ultimi cento anni (applaudito Storace: «Luigi Petroselli», d’accordo Baccini; Rutelli: «Ernesto Nathan»; tifoso Di Francesco: «Il sindaco ideale sarebbe Francesco Totti»); sulla città europea preferita dopo Roma (Rutelli cita Barcellona e Parigi, Alemanno Berlino, Ciocchetti guarda a Madrid); sui palazzi della politica (da «ridimensionare» per Alemanno, da rispettare in quanto «luoghi della democrazia» per Rutelli); e infine sul primo obiettivo da sindaco (Alemanno: «Espellere i rom che commettono reati»; Baccini: «Un assessore alla sicurezza con spiccata personalità»; Rutelli: «Il primo giorno verrò in Campidoglio in autobus»; Storace: «Mi recherò al Verano per lasciare un fiore dove è sepolto Giorgio Almirante»).

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