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Facciamo chiarezza sul caso «subprime» Ecco cosa è successo

Da oltre due mesi i giornali scrivono della crisi dei mutui subprime. Si ha però la sensazione che l’opinione pubblica non abbia compreso la vera natura della crisi stessa, forse spaventata dai tanti tecnicismi con cui molti esperti si esprimono, incapaci invero di descrivere il nocciolo della questione. E allora proviamo noi a dare il nostro contributo, senza ambizioni di esaustività.
Numerosi operatori specializzati (gli hedge fund - fondi speculativi, le siv - structured investment vehicles) avevano sottoscritto prodotti strutturati capaci di offrire rendimenti assai appetibili, che provenivano dalle differenti cartolarizzazioni. Un metodo, questo, che permette di rendere liquidi a un prezzo fissato i crediti di molti enti: Regioni, aziende sanitarie, banche per i propri mutui. Per acquistare questi prodotti strutturati gli operatori hanno inoltre utilizzato la leva finanziaria, e quindi indebitamento, emettendo carte commerciali a breve termine.
Queste emissioni hanno raggiunto volumi enormi in valore, non solo assorbendo la liquidità del sistema, ma anche raggiungendo multipli di essa. Nel contempo, nei primi anni del nuovo Millennio, alcune banche americane avevano concesso mutui per l’acquisto della casa a una clientela precedentemente giudicata non «affidabile», a tassi bassi (anche l’1%) e con lunghe durate (questo in Italia non è mai avvenuto, il credito è sempre stato concesso secondo un merito strettamente tecnico): i cosiddetti mutui sub-prime.
A un certo punto, il mercato si è accorto che questi mutui subprime (che erano stati cartolarizzati) erano soggetti a una più alta insolvenza, perciò presentavano perdite maggiori di quelle preventivate: tale fenomeno ha generato un timore diffuso che presto si è espanso a tutte le forme di cartolarizzazione.


Il mercato si è chiuso assai velocemente mettendo in crisi gli operatori specializzati che non sono più riusciti a rifinanziare l’acquisto di prodotti strutturati a lungo termine con emissioni di carta commerciale a breve, in sostituzione di quella scaduta. Da qui la crisi di liquidità di tutto il sistema.

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