Scienze e Tecnologia

Facebook, pulsante antipanico per difendersi online

Facebook ha reso disponibile ai propri utenti l'applicazione ClickCEOP. Questa applicazione, nota come "pulsante antipanico", offre agli utenti di Facebook la possibilità di rivolgersi a un centro specializzato per ottenere aiuto e consigli sui numerosi aspetti della sicurezza online.
Il CEOP (Child Exploitation and Online Protection Centre) - associazione inglese impegnata nella lotta alla alla pedofilia - incoraggia gli utenti di Facebook di età compresa tra 13 e 18 anni ad aggiungere al loro profilo un tab ClickCEOP contenente un link al sito CEOP Abuse Reporting. Questo sito ha lo scopo di fornire un collegamento diretto per segnalare casi di cyberbullismo, hacking (perdita di controllo del proprio computer a favore di un malintenzionato), virus, problemi di connessione mobile, contenuti pericolosi o inappropriati, o comportamenti indesiderati di natura sessuale.
Per quanto l'applicazione ClickCEOP non venga installata per default nel profilo di ogni teenager, Facebook ha affermato di essere intenzionata a promuoverla per mezzo di una campagna di sensibilizzazione indirizzata ai giovani; l'applicazione stessa è inoltre chiaramente progettata per diffondersi tramite passaparola e raccomandazioni.
Secondo qualcuno il pulsante antipanico potrebbe non rivelarsi così efficace come sperato. Altri sostengono invece che la semplice presenza del pulsante contribuirà a diffondere la sensibilizzazione e innalzare il livello di cautela delle persone più vulnerabili. Potrebbe addirittura darsi che si riescano a scoprire più velocemente i responsabili di comportamenti inappropriati qualora anche una sola potenziale vittima lanci l'allarme.
Con la nuova applicazione, per i più giovani o i più vulnerabili non dovrebbe comunque esserci più alcun dubbio su cosa fare e a chi rivolgersi nel caso ci si senta in qualche modo minacciati. Una delle aggravanti del crimine online è l'assenza di un punto di riferimento centrale al quale segnalare le situazioni anomale.

Per gli utenti di Facebook almeno questa piccola parte del problema è ora risolta.

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