«È facile smascherare i falsi»

«Saremmo in grado di stabilire con relativa facilità se quei segni grafici appartengono a un’unica mano». I «segni grafici» a cui si riferisce Michele Maero, perito in scritture e consulente tecnico presso il Tribunale di Torino, sono i voti di preferenza vergati su quelle 24mila schede australiane che recano il nome dei due eletti dell’Ulivo chiamati in causa dal segretario di Azzurri nel Mondo.
Tre lauree, psicologo, Maero è docente di Grafoanalisi e di perizie grafiche, e presiede il Collegio nazionale dei periti grafici. Spiega che «l’unica difficoltà è rappresentata dal numero delle schede, che ovviamente dovrebbero essere vagliate in originale». Ma il problema «si può risolvere con un esame a campione, che accerti se ci sono state irregolarità, per poi procedere su tutto il resto se queste emergono nelle prime tranches».
«Con lenti e lampade a raggi ultravioletti - aggiunge la collega Maria Lilla Cimini - partendo da scritture comparative preesistenti possiamo accertare senza possibilità di errore l’identità di chi ha scritto quei nomi.

Si valutano segni e abrasioni particolari che ovviamente possiamo mettere in luce anche in presenza di camuffamenti». «Non abbiamo mai esaminato un caso di brogli elettorali - ammette la professoressa Cimini - ma non dà particolari problemi con un esame approfondito degli originali. Noi siamo pronti».

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