Economia

Faissola lancia Mussari al vertice Abi

Giuseppe Mussari sarà il prossimo presidente dell’Abi, l’Associazione delle banche italiane. L’ultimo scoglio è caduto ieri, quando Corrado Faissola ha formalizzato l’intenzione di ritirarsi dalla corsa per Palazzo Altieri in una lettera inviata al coordinatore dei «saggi», Alessandro Azzi. «Valutata la situazione che si è venuta a creare - ha scritto il numero uno dell’Abi - intendo dare il mio contributo al raggiungimento della più larga convergenza: ritengo, quindi, mio dovere istituzionale non confermare la mia iniziale disponibilità. Sono fiducioso - aggiunge - che questa mia decisione porti a una rapida definizione di una candidatura che raccolga il massimo dei consensi».
Il passo indietro di Faissola pone fine a cinque mesi di litigi e sgambetti tra le due anime dell’Abi, ma la pace definitiva tra le grandi e le piccole banche è stata raggiunta solo dopo alcune riunioni semi-segrete a Roma, trascinatesi fino all’assemblea annuale di Bankitalia. Con Mussari, che con ogni probabilità sarà eletto all’unanimità, vincono il suo elettore Alessandro Profumo e le grandi banche, che arretrano però sul punto cruciale dell’«alternanza» al potere. Mussari rimarrà, infatti, al vertice per due mandati per un totale di quattro anni, ma poi la guida di Palazzo Altieri passerà per statuto ai piccoli istituti, secondo quanto previsto dal cosiddetto «lodo Patuelli». Tanto che per piegare le ultime resistenze il presidente del Monte dei Paschi si sarebbe impegnato a mettere mano alle regole dell’Abi già entro i primi 60 giorni di governo. E già nel comitato esecutivo in agenda il 23 giugno a Milano potrebbe essere chiesto a tutti i grandi soci di sottoscrivere l’accordo formale per l’alternanza al vertice. Lo spartiacque dimensionale dovrebbe essere lo stesso applicato da Bankitalia, che fissa per la categoria delle piccole banche un massimo di 9 miliardi di fondi intermediati.
Tra i punti cruciali del programma di Mussari, che punterà a imprimere una forte svolta all’Abi, ci sarà poi la valorizzazione delle quote detenute dagli istituti di credito in Bankitalia. Punto, quest’ultimo, molto caro al presidente di Carige, Giovanni Berneschi.
L’incoronazione di Mussari, per cui in questi mesi si è speso molto anche Francesco Gaetano Caltagirone (primo socio privato di Mps) sarà formalizzata dall’assemblea dei soci di metà luglio: a quel punto il banchiere potrà contare su un’Abi compatta e la città di Siena otterrà un riconoscimento di centralità politica nel sistema su cui era difficile sperare.
Anche se fino a ieri non esisteva una convergenza sufficiente su nessuno dei due candidati, la strada di Faissola era stata compromessa dal cambio di rotta delle Casse rappresentate dall’Acri che, proprio con Antonio Patuelli hanno proposto il «lodo». Così da evitare una spaccatura in seno all’Abi che sarebbe stata disastrosa per il mondo delle banche alle prese con la difficilissima congiuntura economica.

Lo stesso Mussari sembra infine augurarsi che Faissola passi alla guida della federazione Abi-Ania, ma l’avvocato bresciano non è uomo da accettare soluzioni di ripiego.

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