Per le famiglie ora i mutui saranno più cari

Gian Maria De Francesco

da Roma

Il rialzo dei tassi di 25 punti base al 2,25% da parte della Bce è una decisione che avrà ricadute pressoché immediate sui conti delle famiglie italiane. La Bce ha aumentato il tasso che viene applicato alle operazioni di rifinanziamento, quelle attraverso le quali i singoli istituti di credito acquistano denaro settimanalmente dall’Eurotower di Francoforte. Il maggior costo della raccolta di liquidità sostenuto dalle banche sarà contestualmente trasferito ai clienti sottoforma di rate più elevate (in caso di finanziamenti a tasso variabile) e di un incremento dei tassi passivi, quelli applicati agli scoperti di conto corrente e ai finanziamenti per il credito al consumo. Il meccanismo non è a senso unico: anche i clienti delle banche, in qualche caso, potranno vedersi riconosciuti maggiori interessi sulle somme depositate.
Per quanto riguarda il capitolo mutui immobiliari, i toni allarmistici di alcune associazioni dei consumatori potrebbero non essere del tutto giustificati. Secondo l’Adusbef la stretta sui tassi potrebbe costare tra i 150 e i 300 euro in più alle famiglie che hanno acceso un finanziamento per l’acquisto della casa. Il Centro Studi Sintesi ha calcolato in 180 euro la maggiore spesa che in media gli italiani si troveranno ad affrontare con un massimo di 301 euro a Roma e un minimo di 64 euro a Vibo Valentia. Una simulazione de il Giornale (vedi tabella sotto), invece, stima in 146 euro l’aggravio per i mutui decennali, in 151 euro quello per i quindicennali e in 157 euro la maggiore spesa per i ventennali. Ma, ricordano i principali istituti bancari italiani, nella maggior parte dei casi, coloro che hanno stipulato un mutuo a tasso variabile lo pagano mediante rate semestrale e il primo aggravio si registrerà nella rata di giugno. Quindi, c’è tempo per mettere fieno in cascina.
Ci sono due casi particolari come Banca Intesa e il gruppo Banco Popolare di Verona e Novara (Bpvn). L’istituto milanese ha creato un prodotto che consente di corrispondere sempre la stessa rata allungando la durata del mutuo. Bpvn, invece, ha recentemente lanciato un finanziamento «bilanciato»: il tasso applicato al mutuo è lo stesso del conto corrente di riferimento. I maggiori interessi percepiti possono consentire di abbreviare la durata o ridurre l’importo della rata.
Per quanto riguarda i conti correnti, Fineco del gruppo Capitalia ha subito alzato i tassi attivi lordi applicati ai conti correnti dall’1,75 al 2%.

Gli altri maggiori gruppi come Intesa (che ha bloccato i costi dei conti correnti fino al 2010), Unicredito, Sanpaolo Imi e Bnl non si sono ancora mossi. Ma, in alcuni casi, si potrebbe scegliere di non modificare né i tassi passivi né quelli attivi per mantenere inalterato il rapporto di fiducia con i clienti.

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