Firenze Un lupo solitario con la testa tra le stelle, quelle della fantascienza, e lanimo pieno di odio. Gianluca Casseri era «un Breivik italiano», e come l'insospettabile e lucidissimo assassino che in Norvegia ha fatto strage di studenti era «uno dei tanti che vivono al limite, in bilico tra normalità e follia». Così Stefano Pallanti, psichiatra e direttore dell'Istituto di Neuroscienze di Firenze, inquadra la personalità del killer.
Cinquantanni, indole solitaria, era comunque conosciuto negli ambienti di estrema destra, essendo un simpatizzante. Per vivere faceva il ragioniere ma era assorbito da passioni profonde, che ben poco hanno a che fare con la matematica. Cultore del neonazismo e del negazionismo, scrittore esoterico appassionato di Tolkien e dei miti celtici e neopagani, membro dell'associazione culturale «La Runa» e fondatore di una rivista oltranzista, La Soglia (dove scriveva articoli come «Dracula il guerriero di Wotan» o «Il Savio di Alessandria»), Casseri era abbastanza conosciuto in Toscana. Il suo ultimo libro, La Chiave del caos (ed. Punto d'incontro), scritto nel 2010 con Enrico Rulli, romanzo storico che ruota attorno alla figura di un alchimista, è stato presentato in più di un'occasione.
La scarna biografia la scrive lo stesso Casseri sul web per presentare un suo scritto, parlando di sé rigorosamente in terza persona: «Nasce a Cireglio (PT) nel 1961, mentre l'uomo va nello spazio e il cielo si eclissa per la massima eclissi del XX secolo. All'età di dodici anni, folgorato dall'incontro con H.P. Lovecraft, si aliena definitivamente dal cosmo ordinato che ci circonda. I suoi molteplici interessi nel fantastico, tutti rigorosamente inattuali, spaziano da Flash Gordon al cinema di fantascienza degli anni Cinquanta, dagli autori di Weird Tales ai film di Val Newton e oltre. Nel 2001, in pieno trionfo di Internet, ha la geniale idea di fondare una rivista cartacea, La Soglia, dove sfoga le sue manie multimediali. Per distrarsi dalle cose serie pare che faccia il ragioniere».
Quando, nel dicembre 2004, uscì l'ultimo numero della rivista, Casseri ne giustificò così la chiusura: «I nostri intendimenti erano quelli di testimoniare l'esistenza di un modo di essere del fantastico, nonché promuovere dibattiti tra gli appassionati, in modo da stimolare una sana reazione nell'ambiente. Abbiamo finalmente preso atto che l'opera è assolutamente impossibile, visto che quell'ambiente (al di là di uno sparuto gruppo) non esiste più». Una cocente delusione, per lui che tanto entusiasmo aveva messo in quell'impresa.
Il web pullula di tracce che rivelano la sua personalità. Ad esempio, il minisaggio «I protocolli del Savio di Alessandria» in cui rilancia la teoria antisemita del complotto mondiale degli ebrei e le tesi negazioniste sull'Olocausto.
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