Cronache

Fanny, cascata di ricci e scollatura generosa «incendia» il Covo

Fanny, cascata di ricci e scollatura generosa «incendia» il Covo

(...) E' la prima volta dopo anni che riprende la strada a Levante, troppo angusto per la bella ed esplosiva fanciulla di Lavagna, papà sindacalista, e la voglia matta di sfondare nello spettacolo.
Ha misure giuste Fanny, ma soprattutto determinazione. A 21 è una delle prime veline di Striscia la notizia, il resto, alla faccia dei rumor di paese, è carriera. Da Lavagna a Roma, a Maurizio Costanzo, a Buona Domenica, alle fiction, al cinema, al teatro, a Rai 2; dritta sparata. E oggi a casa torna un po’ più grande, un po’ più corazzata, con un curriculum bello sostanzioso e il gusto di riappropriarsi di quei profumi persi per strada, in corsa.
Ecco il Covo, rilanciato alla grande da Luca Risso e Stefano Rosina, per una serata speciale. Cena al ristorante con gnocchetti al basilico al ragù di scampi e gallinella all'acquapazza con patate novelle al vapore e poi la terrazza vista luna e mareggiata per festeggiare.
Ci ha pensato la sua amicissima Caterina Mamone ad organizzarle una serata che non poteva rifiutare. Fanny si tiene stretta Emanuela Aureli, «la mia grande amica», poi c'è il broker di Portofino, reduce dalla festa di Madonna, Joe Coppello. Più il là Vito Scisci e Giuliano Besson. Aspettano anche Emilio Fede, «dovrebbe arrivare per la torta» informa Caterina e Tinto Brass ha dato forfait causa festival di Venezia.
I flash rimbalzano nella grotta e Fanny si racconta. Niente compleanno romano stavolta, «visto che ho ero qui in vacanza, mi sono lasciata convincere da Caterina». Poi l'aspetterà la capitale per «Cercasi cuori» su Rai 2 e le prove al Teatro Parioli. «Mi piace non essere reduce di nulla, avere pelli diverse, e questo disorienta perché non riescono ad incastrarti in nessuna casella. Mi è sempre piaciuto fare cose nuove e possibilmente scelgo la qualità, tipo “Arrivederci e grazie” con Manuela Kusterman». A Roma c'è la tua vita, il lavoro, i legami stretti: «Vivo soprattutto lì. Prima tornavo a casa malvolentieri per la dimensione di paese che respiravo. In realtà poi ho trovato un compromesso: Roma rappresenta il lavoro e il Tigullio il riposo. Ho ricoltivato amicizie e mi godo questa parentesi piacevolissima».
Velina a 21, un fisico prorompente e un cliché modificatosi nel tempo. Roba da condizionamenti pesanti? «Diciamo che proprio ricoprire questo ruolo è stato l'input maggiore a non subire collocazioni. Altro approccio comunque rispetto ad oggi: allora c'era meno consapevolezza di cosa sarebbe successo. Ti buttavi in un'esperienza senza valutarne la reale portata. Adesso la scelta di fare la velina è già una decisione di vita».
Cambia Fanny, camaleontica nei suoi ruoli a ventaglio, al mattino sul Rai 2 con Fabrizio Gatta in «Cerca Sapori», a teatro con «Portamitanterose.it» di Costanzo e Vaime. Si considera però una precaria di lusso: «Restare in pista richiede uno stress notevole; ma mi godo la vita fatta di cose semplici». La giornata tipo è di quelle «devo sempre avere qualcosa da fare» e nel tempo libero monta all'americana. Di recente il successo a Genova del suo spettacolo sconfessa il «nessuno è profeta in patria»; lo ammette Fanny: «fa piacere essere coccolati a casa».
Scosta i ricci, sorride alla foto. L'aspettano per la torta, lo champagne è già ghiacciato. Emanuela Aureli non la molla un attimo, scherzano su un passo di danza: «Sono qui per Fanny perché è una delle persone cui voglio più bene - dichiara con affetto - È buona e generosa e poi lei è la bella, io la bestia». Si abbracciano: «Ci lega un'amicizia dagli anni di Buona Domenica; qui abbiamo conosciuto Maurizio Costanzo, mio pigmalione e grande amico di Fanny. Lui ci ha cambiato la vita».
Hanno riservato uno spazio in terrazza; tutto molto sobrio e il popolo della notte guarda discreto. Nel privé un pezzo di Sampdoria: Pazzini, Cassano, Gastaldello e Accardi sorseggiano un drink dopo la cena a Santa. Un caso e un occhio alla festeggiata. Il papà di Fanny s'aggira con macchina fotografica. Come un papà qualunque, per fermare il tempo della festa. Dura star dietro alla figlia: «Beh, certo che la vita un po’ è cambiata - butta lì con ironia - Ero sindacalista in tempi di battaglie importanti, di scontri frontali e ideologici. Adesso più niente. Ho scelto di seguirla, faccio il papà, la supporto nel lavoro anche se ha fior di collaboratori. Ma Fanny è cresciuta molto, ha imparato a muoversi bene in questo ambiente».
In fondo al bicchiere quel rapporto con Lavagna e il Tigullio, gli anni degli attriti, delle provocazioni di questa provincia che poco concede, che taglia e cuce e bolla: «Diciamo che il tutto s'è ricomposto. Non è solo il caso di Fanny. Seguendola ho notato che molti personaggi hanno il problema di non essere compresi a casa loro». Le chiacchiere però possono asfissiare chi vive in un contesto minimo, no?: «Io ho tirato dritto, ho creduto in lei perché ho sempre visto la sua determinazione nel fare con serietà questo lavoro».
Et voilà: Fanny si ripresenta sulla scena più glamour del Tigullio, in quel Covo dove Dolce ha praticamente passato l'estate e il bel mondo è tornato a bazzicare. Ma qui la faccenda è un po' più densa: da Lavagna a Roma, con quel biglietto sola andata riagguantato in corsa. Torna con il successo, con i suoi ruoli da coprotagonista, con le piece al Parioli, con il cinema, con gli amici che si schiodano da Roma in questa coda d'estate per festeggiare il suo compleanno.

Bella storia di questa provincia lenta, di una bella ragazza che ci ha creduto seriamente, di un papà che non l'ha mollata un attimo e un successo da raccontare finalmente a casa.

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