Politica

Fantapolitica 2011: cronaca semiseria dall’Italia in rovina

NEL FUTURO Montezemolo premier, D’Alema capo dello Stato e Benigni ministro dell’Istruzione

Una pioggia scrosciante stamane, 17 marzo del 2011, non ha reso giustizia a queste così tanto meditate celebrazioni per il Centocinquantennale dell’Unità d’Italia. Giustifica la scarna presenza di pubblico alla sfilata celebrativa. E comunque sia, davanti al podio delle autorità sono sfilate con le forze armate pure le Ferrari a decine; un ovvio riguardo usato al presidente del Consiglio Montezemolo. Per lo più ottimista egli si è mostrato infastidito solo dalle domande dei cronisti circa il suo incontro coi secessionisti accampati in armi sul tetto del Duomo di Milano. Riguardo all’episodio neppure il neo eletto presidente della Repubblica D’Alema ha rilasciato del resto dichiarazioni. È tornato invece a citare l’attualità di Gramsci; ma senza rispondere, e anzi stizzito dalle domande circa la richiesta della Assemblea siciliana di farsi annettere alla Libia. Non si è negato agli intervistatori invece Tremonti; il quale, garante per la Lega nel nuovo governo, ha minimizzato gli eventi: non eversivi. Gli è premuto invece replicare alla recente polemica con Visco, tornato alle Finanze dopo la scissione del ministero dell’Economia.
Calorose invece le espressioni dell’ambasciatore americano, il quale dopo essersi complimentato con Montezemolo, non si è negato un commento sulle perdite della Nato nella guerra in Georgia. Alla sua conferma che sarebbe prossimo l'’armistizio coi russi, anche D’Alema ha annuito. Nessun commento sull’annunciato ritiro dell’Eni dal gasdotto progettato nel Mar Nero e alla scalata dei fondi americani alla società. In prima fila però anche Fini, il quale si è detto per nulla deluso della nomina a presidente del Cnel, ribadendo il suo impegno per la riforma di questo organo. Così smentendo i maligni che sostengono gli sia toccato alla fine un po’ poco dopo i turbinosi eventi di questi anni. Chi avrebbe peraltro potuto prevedere la sorte di Casini, sfrattato, ma presentatore poi di Miss Italia. Riconferma peraltro di quello scambio, invero più che lecito, tra le parti della politica e dell’intrattenimento già ben riuscito alla Pivetti.
Magistrale infine l’editoriale «Casini a Castrocaro» del direttore Mieli tornato a dirigere il suo Corriere. Come non lodarne la misura, e poi il ruolo di arbitro coi francesi a Mediobanca. La strada per Caltagirone presidente è spianata. E va avanti pure la sua proposta di mediazione per la resa di Feltri, ancora alla macchia nelle valli bergamasche. Né poteva mancare sul palco il ministro della Pubblica istruzione Benigni, sbracciatosi per salutare i referendari. Nessun commento invece dal premier Montezemolo sul prossimo referendum per far trasferire le seconde case agli extracomunitari. La nuova maggioranza resta appesa ai voti della minoranza; del resto pure il Secolo d’Italia dice sì a questa proposta. Celentano, direttore dell’Avvenire, stigmatizza invece con un editoriale, che è uno spazio bianco, la posizione del giornale della Cei. Scarni i commenti riguardo agli insorti di Sondrio e Varese che hanno intanto chiesto l’ammissione alla Confederazione Svizzera, e alle varie valli romagnole e del Montefeltro che hanno scelto San Marino. Infine circa il Pil, quest’anno a meno 5%, ci rassicura Fini. Dichiarando che, grazie ai nuovi poteri conferiti dalla legge al Cnel e al contributo delle Coop rosse, decresceremo solo del 4,5%.

Malgrado la pioggia insomma una celebrazione ben riuscita della festa all’Unità di Italia, come pure spiega l’Unità.

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