Sette consiglieri regionali sono stati eletti in Parlamento e il presidente della giunta delle elezioni si prepara a mandar loro una letterina in cui chiede di decidere: o Roma o Milano, o di qua o di là. Lintenzione degli incompatibili è tirare tardi. «Ma non arriveremo fino a luglio» dice Carlo Porcari. I personaggi principali sono Viviana Beccalossi, vicepresidente di An, e Giancarlo Abelli, capodelegazione azzurro con competenza e influenza che si estendono ben al di là della Famiglia di cui è assessore. La Beccalossi punta a diventare sottosegretario, altrimenti preferisce restare in Regione anche a costo di sfidare Ignazio La Russa. «Non accetto diktat» dichiara serafica Beccalossi. Formigoni le ha chiesto di restare, i rapporti tra i due sono di lunga data. Inoltre, il presidente preferisce avere lei piuttosto che rischiare di scatenare il caos o di trovarsi come vice qualcuno che non gradisce.
Abelli non vuole certo fare il peone a Roma. O sarà sottosegretario o rimarrà al Pirellone e a molti, soprattutto dopo che Formigoni è stato convinto a restare, per avere un «contrappeso» conviene la seconda ipotesi. Qualcosa accadrà, probabilmente uno spostamento delle deleghe. Formigoni pensa di tenerne per sé alcune e di redistribuirne altre.
Sabrina Cottone
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