Fare politica al tempo del web: i partiti italiani occupano la rete

Chi in Italia si ostina a parlare di politica condizionata dal duopolio tv, finge di non conoscere il «peso» di Sky. E probabilmente ignora l’incidenza che YouTube, il portale dei video da 81 milioni di visitatori al mese (dati Nielsen) recentemente acquistato dal motore di ricerca Google, ha oggi sulle scelte politiche di chi in internet ci passa anche otto, dieci ore al giorno. Perché fare politica al tempo del web significa anche «testimoniare» in prima persona, dire la propria. Perché a dettare l’agenda politica degli internauti sono sempre di più blog, forum e motori di ricerca. Perché un numero crescente di italiani per farsi un’idea di quello che succede nel mondo snobba i media tradizionali e punta su un click. Perché ogni tanto YouTube «regala» qualche scoop, come quel video che ha dimostrato come a innescare la battaglia tra studenti universitari a Piazza Navona furono i ragazzi di sinistra, come ha dimostrato Il Giornale nei giorni della protesta, a conferma della tesi sostenuta dal Viminale.
Nell’infinito spazio che offre la rete, i due masanielli Beppe Grillo e Antonio Di Pietro hanno già occupato la piazza virtuale. Il canale Italia dei valori (http://it.youtube.com/user/IDVstaff), nato a dicembre 2006, può contare su 2926 iscritti, 433 video e più di 92mila visite. Tra gli ultimi video l’intervento dell’ex pm su Alitalia dal titolo eloquente («Faccia tosta del governo») e uno spot sul candidato presidente dell’Abruzzo Carlo Costantini. Il leader Idv dice di «non avere paura di sfidare la modernità». Il suo compagno di piazza Beppe Grillo (http://it.youtube.com/user/StaffGrillo) lo ha preceduto di qualche mese (ottobre 2006) ma può già contare su un esercito di 15.746 iscritti che hanno «postato» 228 video, visti più di 1,7 milioni di volte. A destra si fa strada il canale di Alleanza nazionale (http://it.youtube.com/user/ALLEANZAnazionale), che contiene 167 video e che tenta un uso innovativo di YouTube, mediante la risposta alle video-domande della community.
Anche la sinistra ha «okkupato» il web con una raffica di canali: si va da Spazio della politica (http://it.youtube.com/spaziodellapolitica) con le testimonianze di Milly Moratti e di Massimo Cacciari, che si autoproclama promotore di «un nuovo vocabolario del partito democratico» a Sherpa Tv (http://it.youtube.com/user/SherpaTv), il canale voluto dal Claudio Velardi, ex braccio destro di Massimo D’Alema e assessore regionale al Turismo in Campania, che vuole avere l’ambizione di aiutare l’incontro tra cybernauti e istituzioni, ma che soffre per le scarse visite (3.253) e i pochi iscritti (39), fino a Democratica Tv (http://it.youtube.com/user/democraticatv), network abbandonato (l’ultima testimonianza è un video datato 30 luglio... ) per fare posto alla neonata tv del Pd Youdem (http://www.youdem.tv), che però ancora fatica a fare breccia.
Tra i video più visti di sempre ci sono le imitazioni dei politici: cliccatissime le ultime gag su Gelmini, Capezzone e Fini «ma anche» gli spezzoni delle trasmissioni comiche di qualche anno fa, da Tunnel all’Ottavo nano, fino a qualche Blob d’antan su Mario Borghezio o Gianni Prosperini. E persino il video dell’ultima canzone contro il premier Silvio Berlusconi cantata durante la protesta degli studenti universitari dal titolo «Mi sono fatto da solo». C’è spazio anche per i video interventi di Marco Travaglio, puntate di Blu notte e persino stralci della saga Fantozzi.
Oltreoceano YouTube ha spopolato da tempo. Internet in America è stato decisivo per la vittoria di Obama, che non a caso ha scelto il web per il suo discorso inaugurale, la finestra di YouTube è servita a tutti i candidati alla Casa Bianca. E anche i colossi tv hanno capito la sua importanza, stringendo alleanze con Metro Goldwin Mayer, Cbs e altre syndication televisive. E in Italia? I nostri media tv tradizionali guardano alla rete con un po’ di distacco, quasi paura. Nelle scorse settimane la Rai ha formalizzato un accordo commerciale attraverso la consociata RaiNet. I contenuti Rai caricati da viale Mazzini sul canale http://it.youtube.com/rai saranno consultabili agli utenti di tutto il mondo, con un ricavo su pubblicità e contenuti tra il 33% e il 55%. «Vogliamo trovare accordi con chiunque sia disponibile per dare agli utenti sempre più offerte», ha detto nei giorni scorsi Jordan Hoffner, responsabile di YouTube per le alleanze sui contenuti.

Ma di accordi Mediaset non sembra voler sentir parlare. Il Biscione ha chiesto 500 milioni di euro di risarcimento a Google e YouTube per «illecita diffusione e sfruttamento commerciale di file audio-video di proprietà Mediaset».
felice.manti@ilgiornale.it

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