Farmaci e terapie

Infarto, il rischio è doppio nelle donne: cosa dice lo studio

Sono emerse importanti differenze tra donne e uomini sul rischio di morte dopo un infarto: ecco quali sono i risultati dell'ultima ricerca

Infarto, il rischio è doppio nelle donne: cosa dice lo studio

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Il Congresso della Società Europea di Cardiologia (Esc) in corso a Praga ha messo in evidenza un dato allarmante per quanto riguarda l'infarto: le donne avrebbero probabilità più che raddoppiate rispetto agli uomini di morirne se colpite. La ricerca condotta dalla prof. Mariana Martinho dell'Hospital Garcia de Orta di Almada, in Portogallo, ha dimostrato che dopo cinque anni dall'infarto è deceduto il 32,1% delle donne rispetto al 16,9% degli uomini e che il 34,2% di loro ha sperimentato eventi gravi entro cinque anni rispetto al 19,8% degli uomini.

Cosa dice lo studio

Per arrivare a questi risultati sono stati inclusi 884 pazienti con un'età media di 62 anni tra cui il 27% donne con un'età media più elevata di sette anni (67 a 60 anni) rispetto agli uomini e un elevato tasso di diabete, ipertensione e ictus. "Le donne avevano una probabilità da due a tre volte superiore di esiti avversi rispetto agli uomini nel breve e nel lungo termine, anche quando avevano ricevuto il trattamento negli stessi tempi degli uomini", ha spiegato la Martinho. Gli uomini che maggiormente potevano andare incontro a infarto e morte, invece, erano i fumatori e coloro i quali soffrivano di una malattia alle coronarie. Dai dati emersi, comunque, è stavo evidenziato che a parità di condizioni il rischio di eventi avversi e morte entro 30 giorni fosse dell'11,8% per le donne e il 4,6% per gli uomini, in pratica una mortalità più che raddoppiata.

Cosa bisogna fare

I dati di questo studio mostrano che "le donne hanno bisogno di un monitoraggio regolare dopo l'evento cardiaco, con un controllo rigoroso della pressione, dei livelli di colesterolo e del diabete, e di riabilitazione cardiaca", aggiunge la prima autrice della ricerca: in questo modo si possono evitare o limitare gli eventi fatali. I ricercatori hanno confrontato il rischio di eventi fatali tra i due sessi dopo aver preso in esame fattori quali diabete, colesterolo alto, ipertensione, malattia coronarica, insufficienza cardiaca, malattia renale cronica, malattia arteriosa periferica, ictus e storia familiare di malattia coronarica con le percentuali che abbiamo visto prima.

L'importanza della ricerca

La prof. Mariana Martinho ha poi aggiungo che "le donne in postmenopausa hanno avuto esiti peggiori a breve e lungo termine dopo l'infarto del miocardio rispetto agli uomini della stessa età". Anche se lo studio non ha ancora scoperto quali siano i motivi per questa disparità tra donne e uomini, i sintomi atipici dell'infarto del miocardio nelle donne e la predisposizione genetica possono svolgere un ruolo determinante. Invece, sull'uso dei farmaci non sono state trovate significative differenze.

"I risultati sono un altro promemoria della necessità di una maggiore consapevolezza dei rischi di malattie cardiache nelle donne - conclude Martinho - ma sono necessarie ulteriori ricerche per capire perché esiste una disparità di genere nella prognosi dopo l'infarto del miocardio, in modo da poter adottare misure per colmare il divario nei risultati".

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