Emiliano Farina
da Roma
Disdetta del contratto col Sistema sanitario nazionale, richiesta al governo di un miliardo di euro di arretrati e domani farmacie chiuse per sciopero: i farmacisti confermano tutto e si preparano allennesimo scontro con il ministro Pierluigi Bersani.
Lincontro di ieri tra i vertici del ministero dello Sviluppo economico e quelli di Federfarma (lassociazione dei titolari di farmacie private) sul tentativo di accordo in vista dellapprovazione del provvedimento sulle liberalizzazioni, non sarebbe potuto finire peggio di così. «Un incontro vergognoso per far finta di discutere su un regalo di Natale anticipato agli ipermercati», accusa il segretario di Federfarma, Franco Caprino. «Le posizioni restano divergenti perché noi chiediamo una maggiore concorrenza per abbassare i prezzi», ribatte il sottosegretario Paolo Giarretta, in rappresentanza del ministro assente.
Lesperienza con i tassisti sembra aver segnato profondamente la strategia del dialogo tra ministero e professionisti, e così Bersani ha pensato bene di non dedicare troppo tempo alla concertazione. Un atteggiamento che ha fatto andare su tutte le furie i farmacisti: «Se Bersani deve dire no, lo faccia almeno di persona», sostiene la federazione nazionale degli ordini (Fofi). Infatti in soli tre quarti dora concessi dal ministero, Federfarma si è vista respingere senza appello la proposta di «consentire ai cittadini di poter acquistare i medicinali di automedicazione in tutti gli esercizi commerciali». Lassociazione chiede che siano venduti ovunque: dagli autogrill ai piccoli supermercati, mentre il ministero insiste sullobbligo della presenza del farmacista. «Una soluzione impossibile - spiega Caprino - perché soltanto un ipermercato può permettersi di assumere quattro o cinque laureati per coprire i turni: è chiaro che stiamo parlando di una liberalizzazione tagliata su misura per la grande distribuzione». Intanto Autogrill Spa sta valutando le condizioni per la vendita dei medicinali da banco.
In una nota, il ministero specifica che in queste ultime settimane ha recepito alcune richieste di Federfarma: 1) una società può essere proprietaria al massimo di quattro farmacie nella stessa provincia; 2) lerede di un titolare ha due anni di tempo per cedere la proprietà se non ha i titoli professionali. Troppo poco per i farmacisti che domani, oltre ad abbassare le serrande (ladesione allo sciopero dello scorso 19 luglio era stata del 93 per cento), si raduneranno in piazza Barberini a Roma per poi convogliare nellassemblea straordinaria al Jolly Hotel. Qui verranno discusse le prossime forme di lotta. «Al momento - conferma Caprino al Giornale - i nostri legali stanno terminando di preparare i settemila decreti ingiuntivi per riscuotere il miliardo di euro che il governo deve a Federfarma per lacquisto di medicinali non ancora pagati». E sullastensione di domani, la Commissione di garanzia sugli scioperi ha giudicato irregolare la protesta per il mancato rispetto del preavviso, mentre il Codacons ha minacciato Federfarma di «chiedere formalmente» una multa di un milione di euro più altri 10 mila per ogni farmacia che aderirà allo sciopero. «Pagheremo la sanzione - ha risposto lassociazione dei farmacisti - ma la protesta non si fermerà ad eccezione di quelle di turno».
Sullaltro fronte della guerra dei professionisti contro Bersani, gli avvocati hanno inviato una lettera ai sette senatori a vita chiedendo di non votare la fiducia sulla liberalizzazione.
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