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La Farnesina: "Condizioni soddisfatte, ora silenzio". Ansia per Mastrogiacomo

Notte di attesa e di ansia per il giornalista. In mattinata sembrava che i talebani lo avessero liberato. Poi la smentita del mullah Dadullah: "E' ancora in mano nostra". Il governo va avanti nelle trattative: "Abbiamo realizzato tutte le condizioni per il rilascio, ora silenzio stampa"

La Farnesina: "Condizioni 
soddisfatte, ora silenzio". 
Ansia per Mastrogiacomo

Kabul -Ore di forte trepidazione per la sorte del giornalista di Repubblica rapito in Afghanistan. La Farnesina chiede la massima cautela: "Abbiamo realizzato tutte le condizioni per il rilascio di Daniele Mastrogiacomo. Per facilitare il lavoro delle organizzazioni umanitarie, si rende necessario, in questa fase di estrema delicatezza, chiedere ai mezzi di informazione di osservare il silenzio stampa". Con questo comuncato il ministero degli Esteri ha reso noto lo stato delle trattative per la liberazione del giornalista, dopo che per ore si erano succedute notizie di vario genere circa la sua sorte.

Stamani, dopo la notizia dell'avvenuta liberazione, era arrivata la smentita. L'agenzia afghana Pajhwok aveva riferito che il comandante dei talebani, Mullah Dadullah, non avrebbe rilasciato il giornalista se prima il governo afghano non avesse liberato tutti i detenuti, come richiesto dai talebani. Dadullah, ha detto all'agenzia il suo portavoce Shahabuddin Atal, aveva sottolineato che i negoziati sono stati ''positivi''. Ma ''tutte le notizie di un rilascio dell'ostaggio italiano sono prive di fondamento, è ancora nelle nostre mani''.

Il portavoce, scrive la Pajhwok, ha confermato che sono stati già consegnati a una terza parte a Lashkar gah, capoluogo della provincia meridionale di Helmand, Ustad Yasir e Latif Hakimi, arrestati in Pakistan nel 2005. Ma i negoziati sono ad un punto di stallo perché il governo afghano deve ancora rilasciare Mansoor Ahmad, figlio di Shah Mohammad, residente in Pakistan, nel distretto di Sawabi, nella provincia di confine. Mastrogiacomo dovrebbe essere stato catturato il 5 marzo a Helmand. Dadullah ha detto di non poter credere all'onestà dell'altra parte viste le ''attività militari in corso a Helmand''. Nella parte settentrionale di questa provincia è in corso da una decina di giorni un'operazione dell'Isaf, la forza di sicurezza comandata dalla Nato.

Prodi: stiamo lavorando, meno si parla meglio è La vicenda di Mastrogiacomo è tutt'ora aperta. Dal governo arriva un invito alla massima cautela con la consegna del silenzio fino a quando il giornalista rapito in Afghanistan non sarà al sicuro nelle mani degli italiani. La giornata si è aperta con voci rimbalzate da Kabul di un'imminente liberazione dell'inviato di 'Repubblica'. Voci subito smentite dalla Farnesina e dalla presidenza del Consiglio, che confermano la mancanza di novita' sul sequestro. Romano Prodi continua a lavorare con i suoi piu' stretti collaboratori per cercare di ottenere il rilascio. La massima cautela, resta l'imperativo categorico in attesa di informazioni più precise. Allo stato, il negoziato prosegue, restano aperti i contatti con tutti i canali possibili. Gli sforzi del governo si moltiplicano. Nessuna dichiarazione ufficiale, quindi, dal presidente del Consiglio fino a quando la situazione non si sarà sbloccata. Il Professore sta lavorando d'intesa con la Farnesina per seguire l'evolversi della trattativa. Il premier si è fermato brevemente con i giornalisti davanti a Palazzo Chigi, dopo una passeggiata con i consiglieri e la scorta per un caffé in Piazza di Pietra. Dopo aver detto di aver sentito anche oggi il presidente afgano Karzai, Prodi ha aggiunto: "Lo sapete, meno si dice e meglio è. Stiamo lavorando per le poche cose che si possono fare oggi alla fine della giornata. In Afghanistan si sta facendo buio, come sapete. Ci sono poche cose che si possono fare oggi. Ma qui stiamo lavorando fin dall'alba - conclude - e continueremo adesso".

Se liberato ci vorrà tempo Se Daniele è stato effettivamente liberato ci vorrà comunque del tempo perché prima che possa raggiungere le rappresentanze diplomatiche italiane: la zona in cui si trovava e' molto lontana e non facilmente raggiungibile". Così ai microfoni di Skytg24 Terry Friel, l'inviato della Reuters che per primo ha dato stamane la notizia - poi smentita dal governo - della liberazione dell'inviato di 'Repubblica'. Friel ha raccontato di aver "parlato con il portavoce dei talebani" stamane verso le nove, il quale gli "ha confermato che Daniele Mastrogiacomo era stato rilasciato". "In cambio le autorità afghane hanno a loro volta liberato due prigionieri talebani", ha aggiunto, "so che l'accordo prevedeva il rilascio di tre prigionieri: non è ancora chiaro se sia stato rilasciato anche un terzo detenuto". Per il reporter dell'agenzia inglese "il governo italiano non conferma la liberazione di Daniele perché a riguardo non c'è alcuna certezza: manca una conferma ufficiale". "Non so se con lui useranno lo stesso metodo adottato con Torsello", ha concluso, "se cioè verrà consegnato direttamente all'ambasciata italiana o ad una organizzazione umanitaria, o se invece, dovrà passare attraverso tribù locali.

Casini: carta bianca al governo "Non disturbiamo il manovratore: su questo caso abbiamo dato carta bianca al governo. Ho sentito questa mattina il presidente del Consiglio. C'é un clima di collaborazione e Prodi si sta impegnando molto , come è giusto che sia".

Lo dice Pier Ferdinando Casini nella trasmissione "In mezz'ora", parlando del sequestro.

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