Fate l’amore ma senza prendere appunti

Se vi fate un'amante, cercatela analfabeta. Non dovrebbe essere difficile, no? Perché qui, per cornificare in santa pace, i casi sono due: o siete sicuri che la ragazza in questione non è una di quelle che colleziona uomini come se fossero foulard oppure è meglio assicurarvi che non sappia scrivere. Che dite? Avete ragione, cari uomini-foulard: meglio cominciare ad assicurarsi che non sappia scrivere. In alternativa, accertarsi per lo meno che non tenga un'agenda.
Pare infatti che sia diventata una moda. Una volta le donne si appuntavano la lista della spesa: tre etti di prosciutto, frutta, uova e il detersivo per i piatti. Adesso si appuntano la lista degli uomini: «Non vale niente», «Rapido ma intenso», «Da dimenticare», «Da riprovare», «Fa concorrenza a Rocco Siffredi», «La volontà non basta», «Non me ne sono nemmeno accorta», «Lesso», «Trapano», «Come nella sigla di Marzullo: ancora», «Emozionante come una cotica», «Affascinante come una purea», «Era più divertente se passavo la sera a guardare un film di Ejzenštejn». Vi siete riconosciuti in una di queste categorie? Bene. Allora la prossima volta che uscite con lei, portatela a vedere La Corazzata Potemkin.
In dicembre era successo a Treviso, adesso a La Spezia. Medesima voglia di scoop, sia detto senza doppio senso: viene trovata l'agendina su cui una ragazza ha appuntato con dovizia di particolari le sue avventure sessuali. Con tanto di giudizio sintetico per ogni singolo compagno. In Veneto si trattava di una avvocatessa, in Liguria pare sia una normale impiegata: in comune hanno la stessa, diciamo così, facilità di rapporti. E una qualche perfidia nel mettere a nudo non solo gli uomini (che sarebbe piuttosto normale) ma anche le umane prestazioni e le conseguenti inevitabili defaillances. In fondo si sa, l'universo maschile oscilla spesso pericolosamente tra la cotica e la purea. Rocco Siffredi può stare tranquillo.
Poi dicono la privacy. Uno non può permettersi una scappatella che zac, si ritrova messo in classifica manco fossero le graduatorie per le case Iacp. C'è da restare basiti. Si capisce: un conto è finire nel letto di un'amante, un conto sulla bocca di un'intera città. Avete presente i risolini alle spalle? Il darsi di gomito? Le strizzatine d'occhio? Uno non può nemmeno più andare a prendersi un caffè al bar senza venire mortificato da chi ha letto l'agenda hard: «Ecco l'espresso, dottore. Le serve anche un po' di Viagra?». Oppure: «Il cornetto è per lei o per la sua signora?». Oppure ancora: «Per il toast ci vogliono cinque minuti: ce la fa ad aspettare o (ah ah) va di fretta come al solito?».
Sarebbe bello se quella delle agende a luci rosse fosse solo una leggenda metropolitana. Pare invece che non sia così. Pare che esistano davvero, con i loro nomi, cognomi (anche celebri) e allegati i giudizi sulle capacità amatoriali. Del resto, come stupirsi? Era stata Moana ad inaugurare la pericolosa (per gli uomini) abitudine del sexy diario con i voti relativi alle singole prestazioni. Ricordate? Craxi: 7,5. Marco Tardelli: 8. Francesco Nuti: 7. Renato Pozzetto: 6+. Enrico Montesano: 6-. Paulo Roberto Falcao: 5. Roberto Benigni: senza voto. Che dite? Vi dispiace per Benigni? Ma no, si sa: lui è uno che fa ridere.
D'altra parte bisogna anche dire che un conto è essere bocciati da Moana, che nel suo genere è stato un mito, e un altro, con tutto il rispetto, è essere bocciati dall'impiegata spezzina. O dall'avvocatessa trevigiana. Diciamolo: è umiliante. Per cui occorre intervenire con una certa urgenza e in modo drastico: o le ragazze smettono di tenere queste agende oppure devono cominciare a tenerne qualcuna anche gli uomini. Sexy giudizi sulle fanciulle? Voto estetico? Valutazioni della prestazione sessuale? Macché.

Ci si può vendicare in modo assai più semplice: basta annotare nome, cognome e estratto conto della carta di credito. Dalle luci rosse al conto in rosso, è comunque un'esperienza hard. E alla fine, altro che Marzullo, si vedrà chi ha più numeri.

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