VeneziaVerdetto cinefilo proprio come la giura che lo ha emesso con la premiazione dei film più difficili, complessi e di minor appeal per il pubblico. Mentre sono gli esclusi a brillare maggiormente per la loro assenza con, in primis, Carnage di Roman Polanski che qui al Lido era il superfavorito. Cosa che ha creato non pochi malumori nella casa di distribuzione Medusa che su Polanski aveva molto puntato. Chissà che sulla scelta della giuria non abbiano pesato i guai del regista con la vecchia ma, da un punto di vista giudiziario e forse anche morale, sempre viva accusa di stupro verso una minorenne negli Stati Uniti alla fine degli Anni 70.
Al posto suo e delle tante pellicole di genere - noir e thriller - molto ben accolte in concorso, il Leone dOro per il miglior film è andato allunanimità a Faust di Aleksandr Sokurov, il regista russo che conclude la sua estremamente complessa tetralogia cinematografica sulla natura del potere iniziata nel 1999 con Adolf Hitler e poi proseguita con Vladimir Lenin e lImperatore Hirohito. Schierata sul palco della serata conclusiva condotta da Vittoria Puccini in lutto per la recentissima scomparsa della madre, la giuria presieduta dal cineasta statunitense Darren Aronofsky, che non ha nascosto di aver sognato «di avere più premi a disposizione da dare», ha poi annunciato il secondo premio principale, il Leone dArgento per la migliore regia, andato al film hongkonghese arrivato a Venezia allultimo momento a sorpresa per via dei problemi con la censura di Pechino, People Mountain People Sea di Cai Shangjung. Ma, a differenza del film russo che uscirà in Italia grazie alla Archibald di Vania Traxler (la stessa che ha acquistato la pellicola di Madonna W.E.), per il cinese non ci sono molte speranze di essere distribuito. Un dato su cui il direttore in scadenza della Mostra Marco Müller si dovrà interrogare, ora che si apre il toto-nomine sulla sua successione, proprio perché non rimanga lettera morta il suo stesso auspicio «di andare al cinema a vedere questi film». Mentre Rai Cinema, che alla Mostra ha presentato nelle varie sezioni ben 22 opere (un record!), porta a casa orgogliosissima un Premio Speciale della Giuria per un film che non ha avuto una grande accoglienza da parte dei critici: Terraferma di Emanuele Crialese con Filippo Pucillo, Donatella Finocchiaro e Giuseppe Fiorello. Ora la speranza è che il premio («anche politico», come ha ammesso Aronofsky) dia una mano al film che, uscito mercoledì scorso, non sembra ancora aver trovato il suo pubblico. Al settimo cielo il ministro per i Beni e le Attività Culturali Giancarlo Galan che proprio ieri festeggiava il suo compleanno e che già prima dellinizio del festival auspicava la vittoria di uno dei nostri film «visto che non hanno nulla da invidiare alla concorrenza». E, a proposito della squadra italiana in concorso, probabilmente le atmosfere mediterranee di Crialese hanno avuto la meglio sulloriginalissimo esordio de Lultimo terrestre del fumettista Gipi proprio perché in giuria, oltre a Mario Martone e Alba Rohrwacher, al francese André Techiné, alla finlandese Eija-Liisa Ahtila, sedevano gli statunitensi Darren Aronofsky, Todd Haynes e David Byrne (scozzese solo di nascita) che in Terraferma avranno riconosciuto il tipico e amato folklore meridionale da Nuovo Cinema Paradiso o Mediterranneo, qui pure miscelato con larrivo dei migranti che il regista ha ringraziato ritirando il premio: «Mi hanno consentito di guardare oltre un orizzonte che a volte è un po ristretto». Immigrati che sono i protagonisti dellodiosa strage di Castel Volturno di Là-Bas di Guido Lombardi che si è aggiudicato i sostanziosi 100mila dollari del Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima «Luigi De Laurentiis».
Per quanto riguarda i premi per le migliori interpretazioni, sono stati accolti con grande favore sia la Coppa Volpi maschile andata per Shame di Steve McQueen allirlandese, ma tedesco di nascita, Michael Fassbender, che quella femminile alla bravissima interprete cinese Deanie Yip per Tao jie di Ann Hui.
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