Viareggio Si apre
stamani la convention Satec-Ucina 2011 nel Palazzo «Versilia
Congressi» di Viareggio. L'assise di Confindustria Nautica è stata in
realtà inaugurata ieri pomeriggio con l'assemblea privata dei soci,
quindi con la premiazione dei «Pionieri della nautica» - edizione numero
22-cui ha fatto seguito l'ormai tradizionale serata di gala.
Riflessioni e dibattito su «Nautica: un'epoca di sfide tra nuovi
assetti istituzionali e nuovi mercati», si svolgeranno in due sessioni
tematiche. Stamani, in prima battuta, la presentazione dello studio
Ispo di Renato Mannheimer: «Le amministrazioni locali e la nautica».
Dati importanti, oggetto della tavola rotonda prevista nel pomeriggio.
L'edizione 2010 fu caratterizzata dai veleni della cosiddetta
operazione «No boat non crime» condotta dalla Guardia di Finanza e
culminata con l'arrembaggio al «Force Blue» di Flavio Briatore.
Quest'anno - almeno per ora - gli umori sembrano diversi, i toni
decisamente più pacati. Il settore, infatti, ha spuntato nuove
norme, inserite nel «Ddl Sviluppo», di cui abbiamo parlato
diffusamente. E, soprattutto, ci sono i dati (ancora provvisori)
del primo trimestre: «I dati del nostro Ufficio Studi - dice Anton
Francesco Albertoni, presidente di Ucina- ci dicono che il fatturato è
in crescita del 3,9%, mentre gli ordini registrano un +7%».
Presidente, si può parlare finalmente di vera ripresa?
«Credo che il titolo di questa convention sia azzeccato: è l'epoca
delle grandi sfide. Abbiamo cercato di scalare montagne impossibili,
un lungo percorso lo abbiamo fatto, ma non siamo sicuramente sulla
vetta. A mio avviso dobbiamo smetterla di parlare di ripresa. Stiamo
vivendo una situazione diversa: non possiamo ripercorrere strade già
battute che ci riporterebbero dove eravamo. Dobbiamo, invece, avere la
forza - e lo stiamo dimostrando di fare un percorso diverso, in
direzione di un obiettivo che non guardi solo ai numeri, ma a nuove
basi di partenza rispetto al passato».
Vale a dire?
«Significa
che a bordo con noi vogliamo solo persone come noi. Abbiamo portato
in barca persone diverse che non erano appassionate di mare, né
legate a questo settore in maniera emozionale. Questo tipo di ripresa
non la vogliamo. È un fatto culturale. Bisogna stare alla larga dalle
facili tentazioni, dagli strumenti finanziari che creano illusioni e bolle varie».
Però dal governo sono arrivate risposte concrete...
«Grande lavoro di tutta la squadra del ministro Altero Matteoli. Grazie
a tutti. Non chiediamo mai strumenti che illudano, ma strumenti che
costruiscano. Cioè provvedimenti strutturali. Che comunque non daranno
risultati domattina. Aumentare la disponibilità di posti barca è
l'inizio di un percorso, che grazie alla semplificazione, darà
risultati importanti: prezzi più bassi e quindi nuovi utenti. Abbiamo
sempre pensato, sbagliando, a vendere solo il prodotto- la barca-
senza preoccuparci dei costi dei servizi che avrebbero reso vita più
facile agli utenti, meno vessatoria, meno complicata dal punto di vista
amministrativo burocratico».
Presidente, Bruxelles ha ridotto a 20 anni (dai 90 previsti dal decreto) il periodo delle concessioni demaniali.
«Non ho ben capito. Forse 90 sono troppi, ma una forbice tra i 50 e i
90 ci sta tutta. Avrebbe dato serenità agli investitori che
probabilmente non avranno voglia di rischiare. Vent'anni sono solo un
lungo affitto. Temo sia un'altra occasione buttata via. Non si
annullano così, allegramente, potenziali benefici, anche per le
casse dell'Erario».
Ma domani è un altro giorno...
«Domattina
sarà un'altra giornata fatta di 14-15 ore di lavoro, gran parte delle
quali buttate vie per tentare di risolvere questioni assurde. Proprio
una settimana fa abbiamo vissuto una situazione anacronistica nei
porti dell'Adriatico. La Guardia di Finanza girava per le banchine a
fare controlli. Ci sono mille modi per fare i controlli. Questi metodi
terrorizzano i diportisti onesti. E frenano il mercato nazionale.
Attenzione, però. La crescita di cui ho parlato all'inizio, riguarda
i mercati extraeuropei.
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