Fedelissimi e pesi massimi Il nuovo governo di Sarkò per riprendersi la Francia

Pesi massimi, baroni del gollismo e fedelissimi. Nicolas Sarkozy asciuga il suo governo, lo alleggerisce restringendo il numero di ministri, allontanando personalità simbolo di una ormai lontana apertura a sinistra, lo compatta chiamando a sé glorie della destra e premiando i suoi più stretti collaboratori.
Il presidente francese ha scelto un esecutivo da battaglia, una squadra più coerente, ancorata saldamente a destra, con la quale spingere verso nuove riforme, riconquistare l’elettorato deluso, aprire la corsa all’Eliseo nel 2012. Stasera, in diretta e a reti unificate, spiegherà alla Francia le sue scelte e presenterà la sua road map. Mancano 18 mesi al termine del suo mandato, ma ormai da mesi in Francia sono le elezioni presidenziali a dare il ritmo alle scelte della destra e della sinistra. Libération, quotidiano vicino all’opposizione, parla di un «ripiegamento su una squadra di fedelissimi che avranno il compito di fare campagna elettorale». Alla guida della compatta squadra rimane il defilato François Fillon, inossidabile politico di poche parole che piace ai francesi. Brice Hortefeux, amico del leader francese da 30 anni, mantiene il ministero dell’Interno.
Sarkozy ha riconfermato Christine Lagarde all’Economia. La signora di Bercy è un’arma cui il presidente non può rinunciare ora che la Francia è alla guida del G20. La distinta 54enne, capelli candidi e tailleur impeccabili, è stata incoronata dal Finacial Times miglior ministro dell’Economia del 2009 e le sue capacità sono riconosciute a livello internazionale. Resta anche Michèle Alliot-Marie. La chirachiana di ferro passa dalla Giustizia agli Esteri. È la prima donna a sedere al Quai d’Orsay nella storia di Francia. E la prima a far parte di una «coppia ministeriale»: il suo compagno, Patrick Ollier, un altro sostenitore dell’ex presidente Chirac, diventa responsabile delle Relazioni con il Parlamento. Entra nel governo uno dei soldati più fedeli di Sarzkoy, il portavoce dell’Ump Frédéric Lefebvre, da 15 anni vicino al presidente.
Per l’ultima tappa del suo mandato, per ora ancora tutta in salita, Sarkozy ha chiesto aiuto ad alcune glorie della destra. L’ingresso più di peso è quello di Alain Juppé, che fu delfino di Chirac. Il sindaco di Bordeaux non soltanto conquista la poltrona della Difesa, ma diventa in numero due del governo. Sono di nuovo qui, dice, «per evitare il ritorno della sinistra nel 2012».
Xavier Bertrand, fino a poche ore fa presidente del partito di maggioranza, l’Ump, entra nel governo a capo di un nuovo dicastero che raggrupperà Lavoro e Sanità. La compattezza della nuova squadra di Sarkozy è tale che resta poco spazio all’interno del governo perfino per i centristi. Il presidente domenica ha preferito tenersi il fidato Fillon, lasciando indispettito l’aspirante premier Jean-Louis Borloo, ministro dell’Ecologia uscente. E senza poltrona è rimasto un altro centrista, Hervé Morin. Fuori anche altre figure che non hanno casa a destra. Esce Bernard Kouchner, il «French doctor» che ha guidato il ministro degli Esteri dal 2007. Allora, la nomina a capo della diplomazia del fondatore di Medici senza Frontiere fu il simbolo di un’apertura di Sarkozy a sinistra.


Dopo il rimpasto di domenica, i giornali francesi hanno decretato anche la fine dell’era della «diversità». Nel nuovo esecutivo non c’è più posto per altre due concessioni alla sinistra: Fadela Amara, di origini algerine, pasionaria delle banlieue difficili, e Rama Yade, giovane segretario di Stato nata in Senegal.

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