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Federalismo approvato: cosa cambia davvero

Dopo un pareggio in Commissione bicamerale un Consiglio dei ministri straordinario vara il decreto sul fisco municipale. Vediamo, punto per punto, cosa cambia davvero, tra cedolare sugli affitti, addizionali, tassa di soggiorno e Imu. Lotta all'evasione: gli enti locali potranno incamerare il 50% delle somme recuperate ai contribuenti infedeli

Federalismo approvato: cosa cambia davvero

Roma - Il federalismo fiscale municipa­le non si ferma. Lo stop imposto ieri dalla Bicamerale è stato solo parziale perché il Consiglio dei ministri, con­vocato in serata, ha riproposto nuova­mente il decreto attuativo in una nuo­va versione modificata rispetto a quella licenziata ad agosto, soprattut­to sulla base dei contributi dell’Anci. La confusione sulla materia, tuttavia, è tanta perché le strumentalizzazioni dell’opposizione hanno diffuso timo­ri ingiustificati nell’opinione pubbli­ca, soprattutto tra le imprese. Ecco perché è necessario comprendere be­ne quale sia la portata del provvedi­mento.

Il principio-guida
L’obiettivo è di spo­stare dallo Stato ai Comuni, a partire dal 2014, il 30% del gettito di alcuni tributi: imposta di registro, ipoteca­ria e catastale, Irpef su redditi fondia­ri non agrari ( cioè sulle rendite immo­biliari), imposta di registro sui cano­ni di locazione. Le entrate devolute si attestano a circa 15 miliardi di euro. L’autonomia finanziaria dei Comuni deve essere compatibile con gli impe­gni del Patto di stabilità. Il gettito per­ciò resterà sostanzialmente invariato e i cittadini, pertanto, non pagheran­no di più. Il provvedimento è fiscal­mente neutro.

La fase transitoria
Dal 2011 al 2013 sa­rà un attivo un Fondo sperimentale di riequilibrio (Fsr) per consentire so­prattutto ai Comuni più piccoli di non risentire degli effetti negativi del­la contestuale riduzione dei trasferi­menti statali. A questo proposito, bi­sogna ricordare che da quest’anno la compartecipazione Irpef dei Comu­ni salirà dallo 0,75% al 2. Il parere del­la commissione Bilancio del Senato di cui il governo ha tenuto conto invi­ta a una compartecipazione dell’Iva e non dell’Irpef per garantire una di­stribuzione più equilibrata. Dal 2014 in poi l’Fsr sarà sostituito dal Fondo di perequazione previsto dalla legge istitutiva del federalismo fiscale.

La cedolare sugli affitti
La cedolare su­gli affitti, previa opzione da parte del contribuente, sostituirà l’Irpef sulle locazioni e la relativa addizionale re­gionale e comunale. L’aliquota della cedolare viene fissata al 21% per i con­­tratti a canone libero ed al 19% per quelli a canone concordato. È previ­st­a inoltre la sospensione dell’aggior­namento del canone di locazione per tutta la durata di applicazione al con­tratto del regime cedolare. Ai Comu­ni andrà dal 2012 il 21,6% del gettito (il 21,7% nel 2011). Per molti contri­buenti si dovrebbe concretizzare un bel risparmio giacché agli affitti, at­tualmente, si applica l’aliquota mar­ginale Irpef più elevata. Una quota delle entrate dovrebbe essere desti­nata a provvedimenti in favore degli inquilini.Non è passata,invece,l’ipo­tesi di uno sgravio fiscale per gli affit­tuari. Il governo, in ogni caso, ha pro­messo di tener conto delle esigenze dei locatari di immobili.

L’Imu
Dal 2014 in poi al posto dell’Ici per immobili diversi dall’abitazione entrerà in vigore l’imposta municipa­le propria ( Imu), fissata al 7,6 per mil­le. Per i titolari di seconde case e altri immobili è previsto un risparmio, mentre l’aliquota del 7,6% è più alta rispetto alla media (6,4%) finora ap­plicata agli immobili strumentali co­me i capannoni.

L’imposta municipale facoltativa
I Co­muni potranno inoltre istituire un Imu secondaria per gli immobili a uso abitativo. L’imposta sostituisce alcune specifiche forme di prelievo dei Comuni come il canone per l’oc­cupazione di spazi pubblici e l’impo­sta comunale sulla pubblicità.

Nuove aliquote
Abbassate le aliquote di tassazione delle transazioni immo­biliari: al 2% nel caso di prima casa di abitazione e al 9% negli altri casi. Quelle attuali sono stabilite rispetti­vamente al 3 e al 10%.

Addizionali
I Comuni avranno la fa­coltà di aumentare l’addizionale Ir­pef. Tale possibilità riguarda quegli enti che finora non hanno fissato l’ad­dizionale oltre la percentuale del 4 per mille, che rappresenterà il limite massimo raggiungibile. I criteri sa­ranno definiti con un provvedimento amministrativo.

La lotta all’evasione
Incentivato il ruo­lo dei Comuni nell’attività di accerta­mento tributario. Il 50% del maggior gettito sarà attribuito all’ente locale anche in via provvisoria sulle somme riscosse, salvo conguaglio sugli im­porti definitivamente introitati. I Co­muni scenderanno in prima linea nel­la lotta all’evasione fiscale,soprattut­to sul versante immobiliare.

La tassa di soggiorno
Altri elementi previsti nella nuova versione del de­creto concernono l’introduzione del­l’imposta di soggiorno (fino a 5 euro per notte) e di un’imposta di scopo da destinare alla realizzazione di ope­re pubbliche.

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