Bach è lautore in testa alle predilezioni e congenialità del pianista Ramin Bahrami. E nato a Teheran, 32 anni fa, in una famiglia colta e benestante, troppo colta per sfuggire alla morsa del regime degli Ayatollah che incarcerò il padre spingendo parte della famiglia Bahrami a riparare in Occidente. Ramin Bahrami è a Milano, allAuditorium in Largo Mahler, oggi e domani alle ore 20.30 per una maratona bachiana. In programma, le Variazioni Goldberg e una serie di pagine tra cui il Concerto italiano: titolo del recente cd per Decca.
Lincisione dell'Arte della fuga è entrata nella classifica Pop. Ventimila le copie vendute. Che effetto Le fa?
«Spiega che anche la grande musica sa emozionare i giovani, può arrivare al cuore malgrado la complessità del messaggio».
Lei è spesso al centro dellattenzione mediatica. Come vive tutto questo?
«Penso sempre che il riflettore aiuti a divulgare la musica, anzitutto fra i giovani: mi fa piacere se un ventenne porge lorecchio ai giganti del passato. Un mondo senza la musica classica è inimmaginabile».
Il suo cd parla italiano
«Sì, è centrato su un Bach che assimila la musica di Vivaldi, Frescobaldi... La cosa incredibile è che pur non avendo mai messo piede in Italia, è riuscito ad essere più italiano degli italiani».
E in contatto con Teheran in questo momento?
«Sono un osservatore preoccupato per quello che sta succedendo. LIran anziché fare progressi nel senso del dialogo, si sta chiudendo nel guscio politico. E paradossale che ciò capiti alla Persia, a un mondo che, in passato, più di altre civiltà ha coltivato la tolleranza, la cultura e larmonia. Le regole basilari dellOnu sono dettate da Ciro il Grande».
Si sente un po lartista esule?
«No, perché sono nato in famiglia multietnica. Mio padre era tedesco per parte di madre, mia mamma era di famiglia russo-turca. Ovunque sia, mi sento a casa».
Cosa le manca dellIran?
«I sapori e lumanità, purtroppo un po repressa, del popolo persiano: un popolo caldo e generoso».
Come vive il rapporto con la religione?
«Io sono musulmano sulla carta, ma molto attratto dal pacifismo cristiano. La religione è un dono offerto per stare bene, unarma pacifica per difenderci da insicurezze, e in quanto tale è uguale dappertutto. Mi affascina il principio del dualismo della religione di Zarathustra».
Cosa ama dellIslam?
«Il perdersi nellinfinito. LIslam che ho in mente ha subito errate interpretazioni. Nel mondo arabo ci sono cento interpretazioni del Corano. La religione islamica vera, quella che voglio io, è basata sui principi dellumanità, Maometto era un uomo dedito alle ragioni umane.
Ramin Bahrami -
Concerti straordinari
Auditorium di Milano
Oggi, ore 20,30
programma «Goldberg»
Domani, ore 20,30
«Concerto italiano»
Informazioni 0283389401/2/3
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.