Ferito col machete dai latinos: la banda finisce in manette

Preso il quinto uomo dei «Mara Salvatrucha». La polizia: «Potevano essere molto pericolosi»

Si erano lanciati in sei contro il «nemico», un giovane di una banda rivale, e l’avevano colpito con un machete alla fronte, facendogli perdere un occhio. Erano «Mara Salvatrucha» e volevano così dimostrare tutta la loro determinazione. Sono stati però fermati in tempo dalla mobile che l’altro giorno ha arrestato uno dei componenti della banda, il quinto, mentre per il sesto, ormai identificato, dovrebbe essere questione di giorni. «Abbiamo stroncato sul nascere un fenomeno che poteva diventare molto pericoloso» ha commentato il capo della mobile Francesco Messina.
La banda nasce negli anni ’80 a Los Angeles all’interno della comunità salvadoregna e prende il nome da «Mara», vorace formica sudamericana, e «Salvatrucha», guerriero del Salvador. Con il tempo la gang si divide aggiungendo, per distinguersi, il numero 13, tredicesima strada, dove nacque il sodalizio criminale, e 18, la via dove si riunirono i «secessionisti». L’MS 13 rimane la più forte e con il tempo diventa così potente da essere ritenuta la gang più pericolosa dopo Cosa Nostra. E ora trovano epigoni anche oltre oceano. «Non riteniamo siano diretta promanazione dell’organizzazione “madre”, ma semplicemente dei giovani che si richiamano ai Mara. Anche se per questo non meno pericolosi».
Infatti il 13 luglio un banale screzio al campo sportivo «Forza e Coraggio» durante una partita di calcio tra sudamericani, scatenò la spedizione punitiva. Due Mara 18 furono inseguiti dai nemici del gruppo 13, raggiunti e colpiti: uno ferito con un machete perse un occhio. Gli agenti del commissariato Scalo Romana arrestarono subito due irregolari: Efrain Lizama Ortiz, 31 anni, e Jorge Giovanni Cortes Gonzales, 19. Poi le indagini passarono alla mobile, che identificarono Elkin Antonio Cortez Rivas, 27 anni, detto il «Pirata» dal nome del ristorante dove lavora nonostante sia clandestino o il «Chino», per i suoi occhi a mandorla, il giovane che materialmente vibrò il colpo di machete, quindi Odir Ernesto Barrientos Tula, 24 anni, finito in carcere ad agosto per rapina, a suo tempo accoltellato dai rivali del gruppo «Latin Kings».

L’altro giorno infine è toccato a Mauricio Anselmo Cortez, 31 anni, l’unico messicano, regolare, operaio presso una ditta di pulizie. Cinque arresti che forse hanno permesso di stroncare sul nascere un fenomeno che avrebbe potuto andare rapidamente fuori controllo.

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