dal nostro inviato a Rimini
A Cielle piacciono laici. Potrebbe essere questo lo slogan del Meeting 2005. Prima la «lezione» inaugurale di Marcello Pera che, pur accendendo focolai di polemica, ha lasciato un segno fortissimo sul popolo ciellino e impresso una direzione precisa al dibattito. Poi Giuliano Ferrara che ieri ha incassato unovazione tale da elevarlo a vera e propria new entry tra le icone del movimento. Un uno-due laico, ma tutt'altro che laicista, che dimostra come questi superlaici, atei devoti, teocon o strani cristiani condividano con Cielle un metodo intellettuale di fondo: partire sempre dalla realtà per decidere il proprio comportamento. Un approccio anti-ideologico che la platea mostra di gradire, riservando a Ferrara una straordinaria dimostrazione daffetto. Il direttore del Foglio ricambia: «Con voi cè la possibilità di stupirsi vicendevolmente. Qui cè un bel pluralismo, che Dio ve lo conservi. Io sono laico, ma rivendico la libertà di pensare che monsignor Caffarra è più intelligente di Umberto Eco e che il teologo Ratzinger è più significativo di Vattimo». Nessun problema, quindi, nello sposare la battaglia del referendum sulla legge 40, cara al mondo cattolico ma anche a tutta «la gente che ha considerato contrario allesperienza disporre a proprio piacimento di un pezzo di vita esistente». Secco anche il giudizio sullinterruzione forzata della gravidanza. «Laborto è uno scandalo moderno, legittimo per legge, ma pur sempre uno scandalo». Ferrara solletica il popolo di Cl su molti temi. «La completa equiparazione tra matrimonio tradizionale e nozze gay non centra niente. Il matrimonio è istituzione importante ma se la si equipara si fa solo una bella sceneggiatura di un film di Almodóvar. La crisi demografica? A 25 anni si abortisce e a 40 si vuole un figlio in provetta.
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