Cultura e Spettacoli

Paolo Ferrari, prigioniero di Carosello

Paolo Ferrari, prigioniero di Carosello

Paolo Ferrari, che i telespettatori hanno visto recentemente in alcune fortunate fiction, è sempre stato un attore di talento e di grande professionalità. In Rai ebbe il suo primo grande successo nel 1959, conducendo Giallo club, che lanciò il personaggio del tenente Sheridan, diventato popolarissimo nell'interpretazione di Ubaldo Lay. L'anno dopo fu chiamato addirittura a condurre il Festival di Sanremo e lo fece con il garbo e l'ironia che lo hanno sempre contraddistinto.

La sua carriera continuò brillantemente fra teatro, Tv e cinema. Nel 1964 ebbe la occasione di essere il protagonista di un film fortunatissimo, Le voci bianche di Festa Campanile, dove interpretava gustosamente un falso evirato che cornificava tutti i mariti.

Nel 1969-1971 fu accanto a Tino Buazzelli nella popolare serie di Nero Wolfe, interpretando Archie Goodwin, l'investigatore amante delle belle donne. Con Buazzelli, che ne era anche il regista, fu eccellente co-protagonista di un capolavoro della narrativa dell'Ottocento come Papà Goriot di Balzac.

Intanto la popolarità che aveva raggiunto tra milioni di telespettatori, soprattutto di sesso femminile, gli aveva procurato l'attenzione dei pubblicitari. Così si trovò ad essere il protagonista del Carosello che reclamizzava il detersivo «Dash». Il suo slogan «due fustini al posto di uno», proposto per anni, diventò notissimo, un vero tormentone su cui molti facevano delle ironie.

Il fustino del detersivo finì con l'essere identificato con il volto di Ferrari a tal punto che l'attore diventò prigioniero del Carosello che pure gli aveva dato una notevole agiatezza. I registi e i producer cominciarono a non scritturarlo più in Tv, perché temevano che il pubblico non lo accettasse come interprete di uno sceneggiato o di una commedia.

Nel 1980 Raiuno rilanciò la prosa con una serie di teatro brillante-sentimentale, «Quattro commedie d'amore e d'allegria». Il producer e ideatore del ciclo propose Ferrari come protagonista di Esami di maturità dell'ungherese Fodor. Il personaggio era quello di un fascinoso professore di liceo di cui si innamorava una sua giovanissima allieva.

Ferrari era l'interprete giusto ma il regista Anton Giulio Majano si dichiarò contrario perché la gente identificava ormai l'attore nel «Signor fustino». Dopo giorni di discussioni, il producer la spuntò e Ferrari ebbe un grande successo di pubblico (10 milioni di audience) e di critica.

Da Esami di maturità ripartì la sua nuova carriera.

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