da Roma
Pochi minuti dopo la fine della riunione della maggioranza, i proclami trionfalistici del premier vengono pesantemente ridimensionati. Non è unagenda di sinistra, commenta a caldo il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero (Prc): «Dal documento mancano punti qualificanti come la lotta alla precarietà, allevasione e alla povertà». E il suo segretario Franco Giordano contesta già lultima parola a Prodi: ci vuole collegialità. Anche sulla Tav i distinguo del ministro Alfonso Pecoraro Scanio sul «come fare il progetto» inducono a pensare che laccordo sia ancora in alto mare. Altri suoi «colleghi» ostentano invece un convinto ottimismo. «Prodi ha un mandato forte per continuare lazione di governo», osserva il ministro Massimo DAlema. Rutelli (Dl) parla di «condizioni per il rilancio dellesecutivo», mentre i segretari di Ds e Pdci, Fassino e Diliberto, assicurano: «Bisogna proseguire insieme». Sui numeri è ancora buio fitto, anche se alluscita dalla riunione il segretario dellUdeur Clemente Mastella si fa sfuggire: «I numeri? Ci sono, cè qualche nuovo piccolo acquisto al centro». Si tratterebbe dellex Udc Marco Follini, che avrebbe partecipato a un mini vertice con lo stesso Mastella e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta.
Ma Ferrero già si smarca: non è unagenda di sinistra
Critico il ministro di Prc. Follini incontra Letta e Mastella. Poi il leader Udeur dice: ci sono i numeri
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