Festa dell’Unità per tutti, ma non per i celiaci

Festa dell’unità per molti, ma non per tutti. Ad esempio, non per i celiaci. Non più tardi dello scorso weekend un gruppo di ragazzi decide di concedersi per cena un kebab in uno degli stand della festa. Tra loro c’è un ragazzo celiaco, cioè intollerante al glutine presente in cereali molto comuni. Il kebab è perfetto, basta eliminare la pita, la piadina, in cui normalmente viene servito. Allo stand l’amara sorpresa: il kebab può essere venduto solo intero, con la pita. Nessun problema. Pago il piatto intero - siamo sui 5 euro -, vi tenete la pita e mi mettete in un piatto il suo contenuto. «Impossibile - replica la cassiera -. Non possiamo vendere carne e verdura separatamente». Neanche per un celiaco si può fare l’eccezione. Fallita la missione in medio oriente, i ragazzi si dirigono verso uno stand di casa nostra: quello della piadina romagnola. Oltre al piatto nazionale della Romagna, lo stand propone panini traboccanti di salsiccia e verdure grigliate. Sempre 5 euro. Perfetto. Se si tengono il panino. Ma anche qui, gli inservienti non vogliono sentire ragioni. Non posso vendere il companatico senza il pane. I piatti di carta però non mancano. «Ma non possiamo dare forchette» replicano da dietro il bancone.

Insomma, per mangiare senza pane, l’unica soluzione è sedersi al ristornate romagnolo: 15 euro per una bottiglia d'acqua, un piatto di salsiccia con contorno servita, finalmente, in un piatto con le posate. Bastano solo 10 euro in più. E anche un celiaco può fare Festa.

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