(...) Repetto e Vincenzi che a don Gallo devono anche quei contributi in campagna elettorale che non guastano mai?
Lui, idolatrato, viene ritratto in primo piano con la bandiera della pace sullo sfondo come una sorta di Ghandi al pesto ed il programma della due giorni di manifestazioni per festeggiare un personaggio ormai in odore di Santità, per la sinistra. Don Gallo è quello che dopo la «vittoria» di Prodi nel 2006 arrivò in piazza Matteotti gridando: «Ieri pioveva, governa ladro, oggi cè il sole Governo Prodi». E come potrebbe Genova non festeggiare un uomo di così grande spessore, uno che ha «benedetto» luso delle droghe leggere fumando spinelli in pubblico, uno che ha sostenuto laborto vantandosi di aver fatto interrompere gravidanze a donne che si sono rivolte alla sua comunità. Uno che ha ospitato ex brigatisti e non ha perso il vizio di alzare il pugno chiuso dal palco di qualche concerto e insultare la polizia nei cortei «pacifisti». Un uomo di così elevata caratura morale tanto che la Regione Liguria ha stanziato per il compleanno del don ben diecimila euro. Soldi che servono per le ottanta candeline del «prete degli ultimi». La denuncia arriva da Matteo Rosso, consigliere regionale di Forza Italia che, spulciando tra le carte della giunta Burlando, ha trovato questa elargizione: «Una vera umiliazione per tutti quei progetti seri che non vengono riconosciuti come meritevoli di essere finanziati dalla Regione- tuona Rosso-, una iniziativa che apre la possibilità a tutti gli ottantenni degni di notorietà di chiedere e pretendere che gli venga riconosciuto un cospicuo finanziamento come regalo di compleanno». Saranno i liguri a pagare la festa di don Gallo: «Se Burlando e la sua giunta vogliono pagargli la festa - appunta- lo facciano non mettendo le mani nelle tasche dei liguri e contribuiscano privatamente a questo evento».
Appunto, niente mano al portafoglio pubblico, niente manifestazioni sfarzose. Su questo sarà daccordo anche il don e sicuramente sarà ignaro di tutto ciò che è stato organizzato. Si può immaginare la sua reazione stizzita pensando a quanti soldi si sarebbero potuti risparmiare per i più bisognosi se il Comune non li avesse spesi per mettere in giro la sua faccia. Non ha certo la smania di apparire.
Ma don Gallo è così personaggio per la città che il sindaco lo vuole ringraziare pubblicamente.
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