Ma le feste si riempiranno di pellicole irriverenti

Orge a New York in «Shortbus», corruzione Usa in «Tutti gli uomini del re». L’Italia replica con commedie sexy e cinepanettoni

Cinzia Romani

La mamma non c’è più, Cristo e Marx sono morti e il Natale al cinema, ultima certezza consolatoria di questo porco mondo, è finito, così come lo conoscevamo fino a ieri. Se prima passare un pomeriggio di festa in sala pareva un atto facile e scontato, bastando scegliere tra la commedia coprolalica Boldi-De Sica (comunque, si rideva) e la smaltata pellicola buonista americana, con cari morenti e jingle bells (comunque, si piangeva), ora le cose si sono fatte complicate, come il mondo che ci circonda. Per fortuna, il 1° dicembre arriva la storia della Natività di Cristo, come da tradizione religiosa cristiana, con l’epico Nativity, di Catherine Hardwicke.
Per contro, conformandosi all’influsso protestante che viene dagli Usa, dove la Natività è una domenica qualunque, la distribuzione in Italia addensa un brulichio di cineofferte intorno ai resti della tredicesima. Per tutti i gusti, per tutti i sessi. Già, il sesso. Era bandito dal film-panettone, perché inadatto all’atmosfera della festa cristiana per eccellenza, salvo le scene pecorecce, funzionali al racconto dei Natali sul Nilo o in India. Sdoganato anche quello, in nome della terza via da perseguire, nell’assalto al botteghino. Sempre il 1° dicembre la Bim distribuirà Shortbus, malinconico porno molto esplicito ambientato a New York, scritto e diretto da John Cameron Mitchell, che con urticante franchezza mostra diverse orge nella Grande Mela, piena di bar «dove si mangia vegetariano e si fa sesso di gruppo in un mix di arte, politica e carnalità polisessuale» (ipse dixit). Ha invece il sesso nel titolo Commediasexi (scritto così, «per sdrammatizzare», stando ai promotori), di Alessandro D’Alatri, in uscita il 15 dicembre. È il classico «terzo che gode», tra le due commedie litiganti Olé («vanzinata» di Carlo Vanzina, con la nuova coppia comica Boldi-Salemme e un cast femminile esplosivo: Daryl Hannah, Francesca Lodo, Natalia Estrada) e Natale a New York, con Sabrina Ferilli e Christian De Sica. Se la Medusa conta su un budget di lancio hollywoodiano, la Filmauro non è da meno. Commediasexi (con Sergio Rubini, Paolo Bonolis, Margherita Buy, Stefania Rocca ed Elena Santarelli) «sarà un cinepandoro», per dirla col regista, farcito di politica e spettacolo. E si proporrà come alternativa curiosa, data la presenza di Bonolis, qui onorevole Bonfili, diviso tra le grazie dell’amante e gli incontri istituzionali.
Insieme al sesso (elemento neopagano), la politica costituisce l’altro elemento di discontinuità, assolutamente laico, della nuova mappa natalizia. In Tutti gli uomini del re (film Sony in uscita il 22 dicembre) del regista premio Oscar (per l’adattamento della Lista di Schindler) Steven Zaillian, invece dell’agreste Lazio, con Roma capitale degli intrallazzi, c’è la Louisiana. Dove a porsi il problema della corruzione troveremo una parata di stelle abbacinante: Sean Penn, Anthony Hopkins, Jude Law, Kate Winslet, star tese a esplorare il fine e i mezzi, come avviene nel romanzo omonimo di Robert Penn Warren, che ha ispirato il film, vincendo il Premio Pulitzer 1946.
Nessuna pietà sotto l’albero: niente tregua a Natale, l’infernale routine degli umani prosegue. Magari potranno esserci giochi di prestigio, qualche esoterica magia, a sostituire l’obsoleto divertimento circense, già procurato dai clown dei circhi itineranti, ora dal thriller di Christopher Nolan The Prestige. E, anche qui: quando mai circolavano thriller e torroni? Ambientato nella Londra vittoriana, con Hugh Jackman e Christopher Bale a rubarsi trucchi ed espedienti, oltre che l’assistente carina, Scarlett Johansson, mentre Michael Caine e David Bowie fanno occulti accordi, ecco un altro indicatore di trasformazioni.

E meno male che slitta al 2007 Black Christmas - Un Natale rosso sangue, horror-thriller di Glen Morgan, con una madre che abusa del figlio, il quale si vendicherà, uccidendo sei ragazze, travestito da Babbo Natale... Dribblata l’Epifania, verrà Apocalypto, il grande ritorno alla regia di Mel Gibson, al banco di prova Usa dall’8 dicembre. Un nuovo inizio? Si riparte dai Maya, cinquecento anni fa.

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